Nuda, di fronte a te.
Mi hai fatto spogliare e – strano a dirsi – a volte, molte volte, provo ancora una sorta di imbarazzo nel farlo, un riserbo, una vergogna.
In queste volte evito il tuo sguardo, come adesso.
Dò la colpa al posto “nuovo”, non avere piu’ i soliti punti di riferimento mi crea un certo disagio.
Ma in fondo so che non è per questo, il posto lo conosco bene, l’ho proposto io, anche se questa è un’altra dimensione e tutto cambia.
Mi sono spogliata senza guardarti, con uno sciocco tentativo, subito abortito, di tenere il perizoma.
Sono bastati un tuo sguardo ed un tuo gesto, e subito l’ho sfilato.
Mi sono sentita nuda, completamente.
Nuda dentro e fuori.
Nessuna protezione, se non il mio viso abbassato.
Nuda, e tu completamente vestito ancora.
Mi afferri e mi fai girare, ora ti dò completamente le spalle.
Attendo.
Le tue mani toccano i miei capezzoli, brividi di piacere.
Li afferrano e li stringono,
Male.
Mi fai male, li hai già maltrattati a lungo ieri, e sono ipersensibili.
Desidero il dolore.
Le tue mani giocano ancora coi capezzoli, alternando strette forti ad altre piu’ lievi.
La tua bocca vicino al mio orecchio…
” Ora ti frusterò…”
Brivido di piacere.
” Sai che ti devo frustare, e voglio farlo molto forte…”
Altro brivido di piacere. Contrazione di piacere.
Il mio corpo desidera la frusta, non solo la mia mente.
” Chiedimi di frustarti.”
Assaporo in pieno queste parole, entrano nella mia testa, nelle mie viscere.
In questo momento sono solo desiderio, non ho nessun timore.
E… dico – Frustami, per favore, frustami-
E’ una richiesta,
è una preghiera,
è una voglia,
è un bisogno.
” Ma io ti frusterò molto forte oggi, lo sai?”
Le parole vanno direttamente al mio cervello, ho la sensazione fisica di un brivido nel cervello, anzi di una carezza sul cervello, e poi il brivido.
E brividi nel corpo, e contrazioni di piacere alla figa, anche grazie alle tue dita ancora sui miei capezzoli.
– Sì, frustami forte- dico.
E penso : Sì sì sì sì, fammi male, frustami quanto vuoi, non fermarti, fammi urlare, la frusta mi piega, mi rende docile, pronta, tua, di tutti, di chi vuoi, frustami, frustami…
Pensieri, immagini.
Mi mostri le polsiere, ti offro i polsi.
Poi le cavigliere.
Mi agganci, braccia leggermente sollevate ed aperte.
Mi fissi le cavigliere, in modo che le gambe siano leggermente aperte.
Attendo.
Sono tesa, fra desiderio e timore dei primi colpi.
Tu lo sai, e mi fai attendere.
Arriva il primo colpo, sono confusa, non riconosco la frusta.
Dà un dolore piuttosto bruciante, giusto il dolore che non mi piace.
Che tollero a fatica.
Che mi puo’ far allontanare da te.
Altri colpi, ora ho visto che specie di frusta è. Mi ricorda una specie di segnalibro di cuoio che avevo.
Un colpo piu’ forte mi riporta immediatamente qui.
Schiena, spalle, sedere, fianchi.
Colpi lenti.
Dolore, bruciore, ahia, mi lamento.
Trattengo il respiro.
Respira, mi dico.
Un colpo, un lamento, mi muovo.
Alzo la gamba, cerco di chiuderle.
” APRI QUELLE GAMBE O TI LEGO PIU STRETTA”
Riapro le gambe.
Un altro colpo.
Dove mi hai dato quello precedente.
Ahia ahia!
E poi ancora.
Non lo sopporto. Vorrei che ti fermassi.
– Non così, per favore non così-
Ma lo penso solo, non dico nulla.
Vorrei mi leggessi nel pensiero.
E tu ti fermi.
Mi vieni vicino da dietro.
Mi parli.
” Devi essere frustata, lo sai. Sono il tuo torturatore.
Ti devo fare male..Ti devo frustare tanto…forte….”
Ecco, ancora quella sensazione di carezza sul cervello.
E poi brividi.
E brividi nel corpo.
Contrazione di piacere alla figa…oddio, mi devo trattenere, mi scappa la pipì.
Hai voluto che bevessi prima di incontrarci, e so bene perchè, ma io la voglio trattenere.
Inizi a spogliarti.
Sei nudo anche tu ora.
Guardo il tuo pene in piena erezione, e penso, come sempre, che è perfetto. Bellissimo.
” Devi essere frustata forte..”
– Sì, sì. frustami forte, per favore- dico.
Ecco.
Lo desidero nuovamente.
Ne ho bisogno.
La mia mente lo vuole, il mio corpo lo vuole.
Non ascoltare i miei lamenti.
Frustami.
Frustami.
Frustami.
” ti darò 50 colpi, forti, senza fermarmi”
Sì.
La frusta mi rende docile. La frusta piega,
ed io voglio essere piegata, docile, pronta.
Parte il primo colpo, hai cambiato la frusta.
Questa la conosco bene.
L’impatto è come una legnata, pesante, profonda.
Fa male.
Ma fa anche bene, come si fa a descrivere, a raccontare?
2..3..4..5..
Spalle, schiena, natiche, cosce…
6..7..8..9..10..
Volto la testa e ti guardo, voglio vedere il tuo volto mentre mi colpisci, il tuo sguardo eccitato, la rincorsa del tuo braccio…
L”impatto è sempre forte, e noto che nei colpi piu’ decisi mentre fai partire il braccio hai una specie di smorfia sul viso…
11..12..13..14..15..16..
Ecco, partita l’onda endorfinica…
Avverto chiaramente la variazione della sensazione dolorosa.
Il dolore non è piu’ come prima.
I colpi sono piu’ forti, il dolore no.
Mi fai male, ma c’è come un piacere in sottofondo.
Dolore e piacere in contemporanea, una sensazione che mi manda in confusione.
Brividi.
17..18..19..20..21..22..23..24…
Puoi colpire piu’ forte, ora sopporto intensità di dolore molto elevate.
Ti guardo sempre, ad ogni colpo, e giro la testa per seguirti quando ti metti sull’altro lato.
– Sì, frustami ancora, piu’ forte- penso.
– Sì, grazie, grazie- penso , liberata dall’incombenza del contare.
Ma dentro di me conto.
Vedo il braccio partire con forza, la smorfia sul tuo viso, ma non mi contraggo nell’attesa.
Temo e desidero il colpo.
– Sì frustami- penso.
Ad ogni colpo immagini, fantasie.
Sono qui, ma sono anche altrove.
Dolore, piacere,
Dolore, ma la mia mente lo avverte lontano.
Anche se fa male.
25..26..30…40..
Vederti è bellissimo.
Il tuo piacere alimenta il mio.
Ora i colpi sono decisamente piu’ forti.
Qualche gemito, mi lamento.
Ma sono ferma ad aspettare il colpo che desidero.
Impatto sulla pelle, sui muscoli, sulle ossa.
45..46..47..48..49..50..
Mi vieni vicino, da dietro.
Qualche carezza sulla pelle che brucia.
Il tuo cazzo è durissimo, lo avverto.
Lo sento, appoggiato alle natiche.
” Sei stata brava, ma la folla non è contenta…vuole di piu’..Vuole vedere ancora la fustigazione…”
Anch’io voglio di piu’.
Sono qui per questo.
Per essere frustata.
Torturata.
Tu il mio boia.
Che godi nell’infliggermi dolore.
Ed io godo nel riceverlo.
Anche se è un godere diverso.
Ma sono eccitata.
Le tue parole fanno rinascere il desiderio.
Sono qui per te.
Tu il mio Padrone, il mio torturatore.
Puoi esibirmi a chi vuoi.
Sono una cosa tua.
“Te ne dò altre 50, piu’ forti.”
– Sì frustami ancora, piu’ forte, puoi frustarmi quanto vuoi-
Si ricomincia.
1..2..3..4..5..
Ti guardo ancora ad ogni colpo.
Docile.
10..11..12..16..17..
i colpi si susseguono.
La mia mente totalmente presa da te.
Natiche, gambe, cosce, schiena, spalle.
Dolore, piacere, dolore.
Stavolta la mente non è “oltre”, una strana e rara alchimia fa sì che il corpo la segua.
Anche il corpo è “oltre”.
– Fammi quello che vuoi- penso.
Il tuo braccio si alza ancora.
Lo guardo, aspetto l’impatto.
Lo desidero.
Ti guardo mentre mi frusti.
Tu mi guardi e mi colpisci piu’ forte..
Sì, fammi male.
Grazie.
Dolore
Piacere
Eccitazione
La mente vola.
…47-48-40-50
Ti fermi, ma è stato troppo bello.
Sono ancora desiderio.
Mi guardi:
” te ne sei meritate altre 50…”
Sì.
Altre 50.
Ancora di piu’.
Ti guardo ancora, il tuo volto è eccitato.
Una smorfia sul tuo viso,
il tuo braccio si alza, lontano,
cala fortissimo…
Urlo, di dolore e di piacere…
Sì…
oggi ci fermerà solo il tempo.
dafne
Mi scopro a cercare avidamente quello sche scrivi. Tutto. I pensieri, i testi, le poesie. Il 28 gennaio ho capito ancora più a fondo il perchè. Tu sei tutto quello che vorrei. Unisci sensibilità e tenerezza alla sensualità che non è stereotipo. Non mi definisco padrone, ora sono solo. Ho avuto una sola storia con una donna che ti assomigliava e ancora la porto con me. Che tu possa continuare a crescere nella consapevolezza, restando meravigliosamente te stessa come sai essere.
Mi correggo. Il commento era riferito alla poesia di Primo Levi, era il 24 gennaio, non il 28.