Sono fatto così
Sono fatto così
uomo e donna
albero e foglia
mi stanco, ondeggio, lievito,
cado lentamente a terra,
urlo e grido
resto sospeso
Certo e non certo
luce ed ombra
volo e muoio
e ogni volta rinasco.
Mario Frighi
Ho letto per caso, in rete, questa poesia.
Mi è piaciuta subito.
Sono fatta così…quante volte l’ho detto, l’ho pensato.
A volte era un pretesto per non cambiare, il cambiamento, pur voluto, costa fatica, ed allora è piu’ facile dire “sono fatta così”.
Restare attaccati a qualcosa di scomodo, ma in fondo conosciuto.
A volte è una constatazione, una accettazione, ma che puo’ diventare punto di partenza per un viaggio dentro la mia anima.
Però è vero, sono fatta così.
Così come?
Già…così come?
Sono donna di parole, amo le parole, per questo dò loro “importanza”, anche se molta parte delle persone sembra averne perso il senso, e le usa così, non riconoscendo loro il significato che hanno, abusandone, sprecandole, sciupandole, vomitandole.
Non me ne faccio nulla di queste parole, le chiudo fuori, come si fa di fronte ad una bufera di vento quando ci si affretta chiudere la porta.
Ma amo molto anche i silenzi, sono donna di parole e silenzi, anche qui, nel blog, non scrivo secondo un tempo definito, non riesco e non voglio programmare.
Amo il silenzio, esteriore ed interiore, come si ama una pioggia che viene rinfrescare dalla calura.
” Luce ed ombra”, sì anche io mi sento luce ed ombra, sono Dafne dai molteplici aspetti, come dice il mio nick.
“luce ed ombra
volo e muoio
e ogni volta rinasco.”
Dafne
Certamente nella stessa logica di contrasti di Mario Frighi,di perpetuo “pòlemos” di opposizioni e,insieme,di agognata – se non raggiunta e posseduta – pacificazione,ma in un tono più crepuscolare,e in una prosa più magica,simbolica,a tratti oscura nei suoi vertiginosi stacchi,dissolvenze,funamboliche articolazioni linguistiche,i versi di Dylan Thomas,percorrono il medesimo cammino:
Mi ci vogliono dieci paradossi
per ricomporre in me una verità,
dieci radici contorte che si accoppiano
dentro la terra per fare una radice unica
che spingendo da sotto i suoi germogli verdi
non strangoli la luce; e non potrà tradurre
la verità dal mormorio epilettico notturno,
come mai le radici potranno consentirsi
di generare il frutto finchè vita e morte
non siano cancellate,il primo e l’ultimo
dei paradossi non siano cancellati.
E poichè sono un uomo,il paradosso insiste:
sono l’unico uomo che vive fra gli spettri,
l’unico spettro a vivere fra gli uomini;
sono l’unico eletto, e l’unico negletto fra le nebbie.
C’è in me la sfrontatezza dell’uomo e della donna,
e tuttavia ho recitato la parte dell’eunuco
a tutte le passioni,non avendo sesso
e tutti i sentimenti raggelati.
Finchè la vita è morte non ci sarà ragione,
finchè la vita e la morte non si uniscano.
Saluti.
Master J.