La magia della sculacciata

La sculacciata è un momento magico. Io parlo, ovviamente, della vera sculacciata, quella data a mani nude su natiche consenzienti, quella data per lungo tempo senza accusare stanchezza, quella offerta con forza ma allo stesso tempo con tanta tenerezza, quella offerta in regalo ora tanto atteso.
Alla mia età non più giovane, le mie mani hanno sculacciato natiche meravigliose. Natiche bianche oppure abbronzate, rotonde e meno rotonde, giovani e meno giovani, natiche che attendevano con gioia quell’istante meraviglioso dove la mano s’imprime su una pelle curiosa. Ci sono state natiche gementi, altre urlanti, altre supplicanti, altre che hanno pianto lacrime di gioia e di riconoscenza.
La sculacciata è un mix diabolico e al tempo stesso divino dove si fondono, in una favolosa comunanza, erotismo, paura, umiliazione, dolore, desiderio, piacere, tenerezza. La sculacciata è necessariamente piena di tenerezza, una infinita tenerezza, un atto d’amore per tentare di raggiungere i propri limiti e forse superarli, andare più lontano, ancora e sempre più lontano là dove il dolore diventa piacere, là dove il piacere diventa dolore, là dove il dolore e il piacere si sposano in una gioia infinita.

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