Riflessioni e dominazione a distanza..

In questo periodo la situazione lavorativa ci costringe a stare lontani e credo che la lontananza fisica la si possa vincere o combattere solo con espedienti vari e.. con la fantasia, se si vuole conservare una certa complicità. Ho suggerito a lei, la mia Padrona amata, di dare sfogo, ogni tanto, a sue fantasie, inviandomi via sms o via telefonica, degli ordini, da eseguire magari anche immediatamente ma soprattutto senza discutere anche se a distanza.

E’ chiaro che questo “gioco” si basa su un accordo di ubbidienza assoluta e totale che lo schiavo rispetterà, perché non c’è nessuno che poi ti obblighi a rispettare questi comandi che lei invia, né,altresì, lei può verificare che tu esegua il tutto… ma il “gioco” o meglio “l’accordo di sottomissione” sta proprio in questo: i suoi ordini ed il tuo ubbidire assoluto, totale ed incondizionato, anche se gli ordini sono strani od apparentemente non realizzabili subito.
Tutto questo crea un legame psicologico e cerebrale, che ti fa sentire Lei molto vicina ed a Lei dà non solo l’immagine, ma la certezza concreta di possedere dei sottili, invisibili, ma inattaccabili fili, con cui tiene stretto il suo schiavo e con cui può comandarlo alle volte anche più di quando lui le sta vicino.
Di fatto forse la sua dominazione, anche se a distanza diviene molto più forte e quando ci si rivede, il legame è ancora più stretto di prima, arricchito di qualcosa di imprevisto e di piacevolmente intrigante, fra i due, la Padrona e lo schiavo; si è oltrepassata una linea invisibile che renderà i due molto più stretti: Lei nel dominare, lui nell’ubbidire.. almeno, questo per noi due!
Non intendo dire con ciò che questo sostituisca un legame fisico, anzi! Intendo dire che in situazioni molto particolari, momentanee e contingenti, certi espedienti, possono aiutare, certe persone, come ad esempio noi due! Intendo dire che la fantasia può aiutare a superare momenti e situazioni e magari creare novità che poi, in seguito si scopre sono assai utili anche in situazioni normali ed ordinarie.
Da tempo ormai usiamo un cordino che lei mi ordina di indossare, durante tutto il giorno, come “collare intimo” avvolto attorno alle palle ed al corpo del mio pene: proprio come un collare vero, per ricordarmi il fatto che sono suo e che lei è la Padrona. Di tale cordino sporgono appena, sopra la cinta, i due capi liberi, da tirare all’occorrenza. Quando siamo insieme, alle volte, mentre in auto io sono alla guida, lei allunga le mani e tira! Facendomi sussultare di eccitazione… ma questo quando siamo insieme.
Ma ora siamo lontani, momentaneamente, ma lontani!
Due giorni fa, di pomeriggio mi ha ordinato di andare in giro tenendo il cordino teso con la mano, per far stare ritto il sesso, eccitato, anche se in mezzo alla strada…
Ho dovuto fare salti mortali per sottostare a quella piacevole tortura, ma l’ho fatto, pensando a lei.. torturando il mio sesso, anelando a lei.. e soffrendo per lei! Dedicando in cuor mio quella castità forzata a Lei, alla mia amata ed adorata Padrona di tutto me stesso.
Ora giorno dopo giorno, ci sta prendendo gusto, un gusto sadico e perverso, ed a me tutto quello piace.
Il suo sadismo non è tanto fisico, anzi, direi molto mentale. Lei soffre per la nostra lontananza e mi “ripaga” (si fa per dire!) facendomi eccitare, tenendomi sulle spine, ma in modo piacevole e solo cerebrale, e questo le sta iniziando a piacere, mentre a me piaceva già….Lei non ha una natura cattiva, ma ci amiamo moltissimo e la possibilità di possedere realmente la mia testa la eccita: la mia idea le ha dato la libertà prima di verificare questo, poi di usare tale dominazione e tale possesso, ed ora sta tenendo strettamente nelle sue mani la testa e l’anima di questo suo schiavo devoto ed ubbidiente in modo totale.
Ripenso a quello scritto che ho tradotto dall’inglese in cui Elise Sutton spiega come un uomo eccitato ed in stato di eccitazione (permanente) ubbidisce praticamente ad ogni ordine che una donna (che poi diventa la sua Padrona) gli impartisca. Lo stato di eccitazione mette in una situazione mentale di sudditanza psicologica (assai piacevole) in cui Lei può di fatto far fare ogni cosa a quest’uomo che reagisce ad un istinto e che a questo istinto di fatto non riesce ad opporsi. Questa schiavitù è bella e piacevole e volentieri ci si sottopone e ci si arrende: una volta capito che di fatto non ci si perde nulla, ma anzi ci si “guadagna”, una volta assodato che la nostra Lei è Padrona, e che di Lei ci si fida ciecamente.. queste torture, questo stato di schiavitù, questa sudditanza, diventa bella ed appagante, per lui come per lei.
Tutto ciò per dire che essere schiavo ed essere Padrona, si esplica, alle volte, in sfaccettature molto particolari, molto diverse dalla norma, anzi sicuramente “fuori” dalla norma e che secondo canoni classici, forse, il nostro non è detto sia un vero rapporto di schiavitù, ma posso dire che l’ubbidienza che io riesco a dare a Lei è molto più di quella che lei stessa otterrebbe con la forza e che la forza del legame, della sua dominazione, alle volte è molto più stretta e vera di quella che attuerebbe stringendo un collare o con cento frustate.
Tutto ciò è forse una strada di ricerca, di approfondimento ed introspezione entro se stessi, e rappresenta un viaggio realmente nella conoscenza di come siamo fatti, di come ragioniamo nelle parti più intime e segrete e se si ha il coraggio di non nascondersi, alle volte, si scoprono lati di se stessi e dell’altro, che sono realmente affascinanti oltre che intriganti.
E come disse quello scrittore:
il bello non è nel giungere alla meta, ma nel viaggio ed in ciò che esso ci porta a scoprire..

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