Tre notti. A La Loco la prima, il “Cosy Party” alle Caves Saint Sabin la seconda, la terza sul battello “River’s King” attraccato sulla Senna. E tre giorni precedenti alle rispettive notti, quelli che sono serviti per far dérouler la ‘macchina’ organizzativa della scorsa Nuit Dèmonia a Parigi. Oltre certamente parecchi mesi di lavoro e di public relations per far arrivare tutta la gente che affollava “La Loco” quella prima sera. Molti, molti stranieri anche.
In una serata fredda, di quel freddo parigino che arriva spesso improvviso prima di un qualsiasi giorno piovoso, e più mite. In questa serata è iniziata la prima delle ‘tre notti’ Démonia, a ‘La Loco’, ‘luogo’ trasgressivo, grande e storica discoteca ormai sempre più’ ‘votata’ al sensazionale. Le serate ‘Esqualita’ ad esempio, quando la domenica notte si danno appuntamento i trans più ‘eccentrici’ della capitale, e altro ancora.
Sempre molte le presenze di questo evento, sempre molto strict il dress-code richiesto. Le regole sono le regole… e quest’anno la “Nuit” era molto dark.
Molte le performances sullo spazioso palcoscenico presentate da un compìto Dedobbleer che appare con un ‘divertito’ sorriso a fil di labbra affiancato da una ragazza molto alta, molto magra, molto dark, che ‘in diretta’ traduceva, sulla scena, in inglese. Un’immagine che non passava certo inosservata.
Tra le performances degne di nota merita di essere ricordata quella della bellissima Mina, modella ‘fetish’ molto conosciuta in Francia, che sul familiare ‘motivo’ di Heidi giocava alla giovane pastorella che pascolava maiali – manco a dirlo che i maiali erano ‘umani’… e che, completamente nudi, a quattro zampe si spostavano sulla scena come fossero all’aperto. A questo ’gregge’ si aggiungeva una… simpatica maialina.
Tutti portavano una maschera integrale – naturalmente da maiale – sul viso mentre la nostra Heidi, innocente e maliziosa, si muoveva leggera e svestita. Solo un corto gonnellino scozzese dove, sotto, come da tradizione, non c’era traccia di slip.
Poi, sfilate di abiti fetish sempre interessanti, sempre molto ‘ricche’ di vitalistiche modelle dalle forme attraenti, alternate ad altre performances. Con interesse ricordo una in particolare dove in un mondo sottomarino forme animali e vegetali, molto ‘inventate’ con grande creatività, si muovevano, fluide, sul palcoscenico della Nuit Démonia.
Il momento dello ‘spettacolo’ sul palco è terminato abbastanza presto per dare a tutti la possibilità di essere ‘attori’. Ultima a chiudere la scena è stata la nostra italica Mistress Kelly con una scenetta in chiave burlesque dove chiara era la satira sul quotidiano, ‘consolidato’, rapporto di coppia.
E’ sera, un distratto marito legge il giornale in vestaglia e pantofole. Sollecitato da sua moglie con amorose e fantasiose ‘invenzioni’ cariche di malizioso erotismo non dimostra alcuna reazione. Adesso non vi sto a svelare la trama – anche perché prima o poi sicuramente vi capiterà di assistere a questa pièce in qualche serata in Italia – ma vi anticipo solo che, tra vestaglie trasparenti e corti abitini da maliziosa femme de ménage, lui si ritrova a quattro zampe con collare e guinzaglio… Felice.
Iniziava la festa. Molti gli slaves, numerose le Mistress, un certo numero erano anche le sottomesse coi loro rispettivi Master ma si vedevano anche Mistress a spasso con la loro schiavetta. Come un po’ dappertutto, slaves senza collare che, umilmente, chiedevano un’appartenenza. Gli sguardi che ricevevano arrivavano da proprietarie di facce severe che, a volte, tiravano a sé con divertita sufficienza… la ‘prossima’ vittima. Il seguito… lo conosciamo bene.
Più oltre, uno spazio bondage dove due esperti bondager con perizia ‘impacchettavano’ divertite ragazze. Al centro due grossi ganci con due corpi sospesi e una una bella ragazza in nero che scattava foto su foto.
Abbastanza vicino, uno spazio era dedicato alle immagini di Fabrizio Pasini, interessante disegnatore di fumetti con un percorso molto personale e un nuovo libro di edizione francese. Il giovane disegnatore, presente quella sera anche a causa di un vernissage la sera precedente da Démonia, si interessa al mondo fetish e dei suoi risvolti… anche più ironici. Successo di pubblico e di critica.
Tra molte coppie che si davano molto da fare affinchè si formassero dei capannelli interessati alle loro performances una si distingueva per essersi messi nell’ombra e consumare un loro rapporto in intimità. Molto ‘sonoro’ dalla parte di lui, attirava… le orecchie in quella direzione.
Circa trent’anni tutt’e due, lei molto ben fatta si stava ‘lavorando’ con impegno il suo lui, allacciato in vita il suo fido godemichè ‘fuori misura’, col suo lavoro di reni scavava un ‘grosso’ canale nel ‘corpo’ di lui. Quello che si sentiva, appunto, erano le ‘risposte’ sonore di lui ai colpi, reali, di lei. In quello spazio un po’defilato la forza muscolare aveva la meglio sul più diffuso, cerebrale, erotismo.
Nei sotterranei, in una location da fabbrica dismessa, l’amico, e decano del fetish internazionale, Robert Chouraqui fotografava con la sua amabile tranquillità, calmo, il sorriso gentile e sornione. Gratificava nella stessa misura chiunque gli si metteva davanti, e fino al mattino avanzato il suo sguardo e il suo obbiettivo hanno reso omaggio a beltà appena sbocciate, altre già in fiore, altre ancora… sfiorite.
Sempre disponibile, divertito e curioso di tutto. Adorabile Chouraqui.
La seconda serata, il “Cosy Party” – forse il più grande rendez-vous di shibari e di bondage mai realizzato in Francia – si è tenuta vicino alla Bastiglia, alle Caves Saint Sabin dove in un ambiente voltato, di stampo medievale, diviso fra una grande sala e altre più piccole, numerose persone sedute ai tavoli, o in piedi, hanno beneficiato dello spettacolo delle corde e dei nodi.
Le Guests Stars del bondage erano arrivate da molti Paesi – dal Belgio, dalla Gran Bretagna, dall’Olanda, Germania, Svizzera, Taiwan, mentre noi eravamo degnamente rappresentati da Elmerald con la sua bondagette Ava – e tutti quanti hanno dato il meglio di sè ‘disegnando’ figure in sospensioni complesse, karada, corsetti di corde, anche integrate con accessori e bambù.
Le Caves non sono molto grandi e l’affluenza quella sera era superiore alle aspettative, alle dieci di sera c’era ancora una coda lunghissima sul marciapiede; qualcuno ha desistito ed è tornato solo dopo la mezzanotte. Sul tardi, dopo la sua performance, ho intravisto Emerald nella la folla, lontano, poi è scappata al mio sguardo ed io … ho incontrato altre persone.
La terza serata, quella in battello, sarà oggetto di un altra mia cronaca che, vi prometto, sarà quanto prima.
Nuit Demonia 2009 – Feste BDSM d'oltr'Alpe
Elmerald con una modella da lei legata
La “nostra” Miss Kelly
La Bondager Performer Elmerald
Elmerald con la modella AvaDarkDemon
Le foto sono bellissime. Addirittura spettacolari, forse perchè di spettacolo si tratta. Usiamole allora come sfondo per il pc, ma non scambiamole per vere foto sm!
Aldo
Non so bene quale definizione si possa dare di “vere foto sm”. Forse di uomo incappucciato che frusta donna legata? Di certo queste sono vere foto di un evento SM quale la festa di Demonia in Parigi.
Festa che è fetish, festa che è spettacolo, festa che è SM.
Ergo-perciò-dunque vedo il reportage scritto da Abate Mosson e le foto scattate da Fudesan come molto pertinente a questo Blog.
La festa di Demonia ha molteplici risvolti ed in questo sta il suo fascino.
Anche se quest’anno la festa è stata meno sfavillante di quella di 2 anni fa’, è un evento che ha i suoi presupposti nel piano delle sfilate dei tanti produttori di materiale SM e fetish. Ciò rende possibile una festa i cui costi sono molto alti.
Dentro la festa albergano poi un animo prettamente fetish rappresentato dal gusto del vestirsi con certi materiali e gusto di vedere altri parimenti vestiti; ed alberga un animo SM per i tanti Master, Mistress, schiave, schiavi presenti.
Tutte le volte che sono stato alla festa ho potuto vedere i loro volti, le loro relazioni ed azioni.
Vedere ma non fotografare perchè è consentito fotografare solo la sfilata, come è più che ovvio.
Questo blog su Demonia – basti leggere e constatare con quanta cura sia stato scritto il testo – non è una banale scusa per avere occasione di mettere delle foto, ma un reportage sulla più importante realtà e festa di Francia.
Discutere sulle foto mi pare molto riduttivo e fuorviante.
Le “foto sm” sono quelle che ritraggono (o perlomeno tentano di farlo) una qualsiasi situazione in cui una persona dominante trae piacere e soddisfazione fisica e mentale dal dolore e/o umiliazione di una persona sottomessa (naturalmente consenziente), che a sua volta è gratificata dalla sensazione di impotenza che il suo ruolo regala.
Pur non avendo io partecipato alla manifestazione, non metto assolutamente in dubbio che nell’animo di Masters & Mistress colà presenti alberghi uno spirito sm: io ho soltanto commentato le foto, che in effetti sembrano descrivere una bella festa fetish, dove la componente scenica ed estetica è centrale, direi essenziale. Addirittura esclusiva. Nulla a che fare dunque con l’sm, o meglio bdsm come oggi sembra più corretto dire…
Qui non si tratta assolutamente di fare pedanti distinguo, solo di chiamare le cose con il loro nome. Per una basilare questione di chiarezza. Altrimenti finiremo per definire “interessante spettacolo sm” anche una velina che si barda con corpetto di pelle nera o una danzatrice di Lap-Dance che – per pura coreografia – brandisce un frustino simil pelle inutilmente nell’aria.
Non so se mi sono spiegato.
Ti sei spiegato, caro Aldo e non sono d’accordo.
Tu dici “una bella festa fetish” …. “nulla a che fare con l’SM”
Sorry il fetish fa parte dell’SM.
Sorry il fetish fa parte dell’SM.
Piaccia non piaccia, faccia sbadigliare o non faccia sbadigliare. De gustibus.
Il fetish fa parte dell’SM.
Non ne fa parte una velina con stivali e frusta perchè lei è vestita alla fetish senza esserlo.
Già chi ha coniato il detto dell’abito non fa il monaco era arrivato a questa elementare verità.
In aggiunta al ragionamento qui esposto dico che il reportage di cui qui si discute è composto da testo e foto. Interpretare poi le foto senza contestualizzarle non è operazione corretta. Il testo serve anche per quello.