Col nome di DivinaCreatura ho tenuto per anni sulla più nota rivista italiana di SM una rubrica sulla figura del travestito dominate: quindi molti appassionati di SM mi conosceranno già ma moltissimi non mi hanno mai visto.
Necessita qualche parola di presentazione prima che io occupi il prezioso spazio di questo Blog con qualche racconto, riflessioni, aneddoti di vita vissuta. Ma va subito detto che non voglio nascondermi dietro la maschera di DivinaCreatura.
Per me infatti questo “travestimento” non è affatto una finzione bensì il diaframma che divide la realtà quotidiana dalla dimensione fantastica ma non meno reale del gioco. Un universo parallelo (che non si interseca mai con la vita di tutti i giorni) dove esiste un impero favoloso popolato da schiere di esseri inferiori destinati a faticare e a soffrire per il privilegio esclusivo di rarissime Creature Superiori. È là che abita DivinaCreatura e, se vuoi incontrarla, è là che devi venire strisciando umilmente, dato che Lei è abituata ad avere il mondo ai suoi piedi e a farne ciò che vuole.
Io nella mia normale esistenza sono gioviale, gentile, altruista, timido di carattere e sessualmente eterosessuale. DivinaCreatura in quella sua realtà parallela è egocentrica, dispotica, viziata, stravagante, esibizionista; veste sempre con seducente e raffinatissima eccentricità.
Inoltre è totalmente Ermafrodita non solo nella psicologia ma anche nella fisiologia stessa delle sue sensazioni fisiche, emozioni, pulsioni, eccitazioni ed estasi. Questo vale per tutti i centri della percezione e del piacere: la sua pelle, il suo ventre, le più profonde e sacre intimità del suo corpo, perfino il suo stesso sesso che a volte assume l’aspetto di un imperiale scettro e a volte di un prezioso gioiellino; ma anche in questo stato di vezzoso abbandono non è meno pronto a esplodere nella più paradisiaca delle estasi. Chiaramente sono due orgasmi diversi, l’uno più aggressivamente vulcanico e l’altro più visceralmente interiorizzato, ma forse proprio per questo ancora più intenso!
DivinaCreatura non è un androgeno cioè una unione di un uomo e di un donna ma è Ermafrodita cioè un unione di Ermes e Afrodite cioè di due Divinità ideali. Ovviamente DivinaCreatura è Ermafrodita anche nella ricercata ambiguità della sua apparenza esterna: a volte infatti, sembra piuttosto femminile ma con qualche evidente tratto di sfrontata potenza virile; altre volte può apparire maschile, ma con un impalpabile tocco di sofisticata civetteria femminile a cui non rinuncerebbe mai perché è intrisa fin nel midollo di narcisistica vanità. Per Lei esiste un unico piacere superiore al proprio fascino, ed è quello di abusarne senza alcun limite e senza alcun ritegno, nella maniera più perfida e spudorata possibile.
Per questo si lusinga nello schiavizzare le persone che la circondano sottoponendole a un faticoso e degradante servilismo per la sua comodità, per il suo godimento erotico ma anche per semplice sadico capriccio: ad esempio ama sacrificare esseri umani
Trasformandoli in schiavo-zerbino o in schiavo-sedia o schiavo-cavallo.
Si trastulla nel mortificarli, nel vessarli, nel sentirli stremati sotto di sé. Le piace adoperare il loro viso boccheggiante come cuscino o bidet vivente; la loro lingua come sapone per le sue superbe natiche, i suoi deliziosi piedi, le sue arroganti gambe coperte di seriche calze. Lei adora farsele accarezzare in modo rilassante e sentirsele baciare all’infinito con devota venerazione. E quando deve fare pipì, basta un semplice schiocco delle dita per usare con la più naturale indifferenza la bocca di qualche essere umano costretto a deglutire fino all’ultima goccia in silenziosa rassegnazione e in mille modi differenti: infatti è per Lei uno stimolante diversivo inventare ogni volta sempre nuovi e ingegnosi modelli di servo-toilette. Quando poi le viene l’estro di godere, lo fa sempre nel profondo della gola dell’inferiore, incurante dei miseri aneliti e singhiozzi servili che le danno i più vertiginosi stimoli di piacere: solo nella gola degli schiavi DivinaCreatura riversa il suo orgasmo di madreperla. Ciò non avviene mai attraverso penetrazioni anali e neanche vaginali, a meno che non abbia a che fare con una Signora del suo stesso rango padronale; ma se si tratta di inferiori, DivinaCreatura non ha mai con loro rapporti “alla pari”, e neppure dà molta importanza al loro sesso e al loro aspetto fisico: per Lei i servi sono esseri neutri, semplici oggetti animati da usare al meglio secondo le diverse caratteristiche di ciascuno, un tappeto palpitante su cui camminare quasi senza farci caso; l’orizzonte degli inferiori va esclusivamente dalla sua cintola in giù: quindi il suo imperiale scettro e i più intimi recessi del suo corpo possono entrare in contatto con la lingua o con la bocca dei servi, ma giammai con il loro sesso o con il loro ano. Quindi i servi al cospetto di DivinaCreatura devono stare sempre inchinati, inginocchiarsi o strisciare, vestire con sobria modestia, comportarsi con dimessa umiltà, muoversi senza nemmeno l’ombra della minima ostentazione o esibizionismo; e soprattutto devono sempre guardarLa fissi con la più devota ammirazione, anche se Lei non li degnerà nemmeno di un’occhiata; ma quando per caso dovesse abbassare distrattamente lo sguardo su degli schiavi, guai se non incontrasse i loro occhi sgranati in estatica adorazione.
Per quanto riguarda la varietà dei gusti e delle pratiche, DivinaCreatura naturalmente ha le sue personali preferenze; però in linea di massima è convinta che si possa fare tutto o quasi, ma con classe. Perciò il suo stile è sempre improntato alla più sofisticata raffinatezza, eleganza e signorilità: sono tassativamente escluse pratiche violente o – peggio che mai – sanguinarie; a volte è necessario imporre agli schiavi qualche sofferenza a scopo correttivo o perché la cosa può lusingare il senso di onnipotenza dei Superiori. Ma si tratterà sempre di piccole torture, lievi fatiche e vessazioni, la cui entità rimarrà sempre ben al qua dei limiti di tolleranza di ciascuno. Oltre che alla violenza, bando assoluto pure a sputi, azioni volgari, movimenti scomposti, grossolana trivialità, manifestazioni legate anche solo lontanamente a cattivi odori; e poi ancora niente turpiloquio, insulti strafottenti, urla grottesche, gesti rudi e scomposti, gratuiti atteggiamenti da cafone; insomma, DivinaCreatura detesta tutti quei comportamenti sguaiati e aggressivi usati da molte mistress e pseudo-padroni per cercare di darsi un contegno da dominatori.
La prima cosa che DivinaCreatura cerca dai suoi schiavi non è tanto determinate pratiche, ma la piena complementarietà dei gusti, la perfetta sintonia e condivisioni l’autenticità delle emozioni.
DivinaCreatura ha una sensibilità acutissima: se la tensione si allenta, se non c’è entusiasmo e partecipazione emotiva da parte dei servi, lo percepisce immediatamente e l’incanto svanisce.
Non ti sembri un controsenso tutta questa attenzione, tutto questo riguardo da parte di uno spirito dominante nei confronti di miseri schiavi. In realtà non c’è nessuna contraddizione: DivinaCreatura è e rimane la più assoluta e dispotica imperatrice nel suo universo; ma tale universo, quando vengono a mancare le giuste sintonie emotive, non ha più alcuna ragion d’essere.
Infatti nella dimensione del Gioco quel che conta non sono le cose in sé ma le emozioni con cui vengono fatte: le stesse cose vissute con reciproca passione sono meravigliose mentre quando c’è freddezza diventano squallide!
Ecco tutto.
Prossimamente qualche racconto. Altre riflessioni. Risposte a chi avrà voglia di scrivere qualche commento o di farsi vivo in privato.
divcreat@virgilio.it
Un sogno servire Una Creatura Superiore come Lei……
Siete la Creatura perfetta, complementare al 100 %.
Sono un essere inferiore rispetto a Voi……..
Saro’ degno solo di baciare i Suoi Stivali, Un privilegio poterLa servire in privato ed in pubblico.
Imparare giorno dopo giorno, a servirLa sempre meglio.
umile servo
lio (lia_tv)
Divino padrone essere superiore lo riconosciuta lei e re franco che io avrei sempre voluto essere il suo umile schiavo cesso ma non sono mai riuscito a cotrattarla e pter incontrarla. Chi non vorrebbe essere il suo lurido schiavo e un essere superiore. L’umile schiavo cesso gian.