…E prosegue il racconto di Riccardo
IL NIDO DELLA PASSIONE PROIBITA
Armeggio un po’ con la serratura. Luce: troppa; ora mezza, perfetta. Il suo sguardo un po’ mesto all’intorno sul nostro romantico nido da quattro soldi. E’ in piedi a fianco del letto. Rigida per l’imbarazzo appena vissuto sotto in pubblico; oppure per ciò che deve avvenire ora qui nell’intimità; o più
probabilmente perché spaventata per gli eccessi a cui lei è già interiormente pronta a lasciarsi andare. Le sfilo il cappotto, ma resta una marionetta inerte, con le braccia penzoloni, con gli occhi chiusi, forse per meglio sognare il suo hotel di lusso, oppure semplicemente per concentrarsi su di sé. L’abbraccio con dolcezza, poi la stringo a me forte, e allora Melissa si lascia andare, mi abbraccia anche lei. Stiamo un po’immobili, poi comincio con carezze avvolgenti dalle spalle alla curva profonda del dorso, poi stringo forte sui fianchi: lei comincia ad ondeggiare il bacino. Mi riempio le due mani delle sue chiappe sode e la blocco contro di me: lei comincia allora a ondeggiare con il busto, seguendo una sua musica interiore e sfregando contro il mio petto i suoi capezzoli quasi fuoriusciti dalla scollatura. Qualcuno fuoriesce dai boxer: all’erta sto.
Le sue mani cominciano carezze lievi, molto sensuali. Qui la faccenda sta prendendo una piega sbagliata, minimalista, da romantici amanti clandestini, non ci siamo. Attacco posteriore più diretto della mia mano attraverso la stoffa leggera di quel suo vestitino da collegiale osé, contemporaneo inserimento della mia coscia tra le sue: lei me la abbraccia tra le spire delle sue e comincia la danza rotante e ipnotica del suo piacere. Ci siamo, la schiava tutta dedizione e martirio ci ha già salutato, Melissa la porca sta cominciando davvero a venire, nella mia direzione e alla grande. La lascio lavorare tranquilla, mi lascio andare davvero per la prima volta in tutta questa faccenda e mi godo il momento per un po’; in fondo fin qui me lo sono abbastanza meritato.