…per una fantasia talmente puerile da non farle apprezzare l’amore che lui provava per lei. Si sentiva così vuoto,privato persino della sua consorte,ma soprattutto del suo amore per lui.
La sua piccola,dolce Aase si era trasformata in una prostituta capace di
IL SOGNO DI AASE – Capitolo 2 –
Il suo sogno più grande era essere compresa.
Ed invece….solo sogni realizzati nel corpo, ma….non con l’anima…l’anima, che avrebbe dovuto essere di entrambi … una cosa in comune, seppur con caratteri diversi ….
Aase si sentiva così … umiliata … umiliata sempre … anche nella vita comune.
Chi è pelapatata ?
Giustamente,qualcuno potrebbe anche chiedersi chi sia questa “pelapatata”… Non essendo io molto brava a descrivermi, ho pensato di iniziare parlandovi di come mi sono avvicinata al BDSM e di come io lo viva e lo senta dentro.. Ho una sorella di 10 anni più grande di me. Ricordo che un giorno,mentre mia sorella e mia madre erano in cucina, io me ne stavo in camera a giocare,come fanno tutti i bambini… Ero da poco diventata “signorina”,anche se frequentavo solo la terza elementare! si era verso la fine della scuola,lo ricordo perchè quell’estate fu molto calda,ed io adoravo il caldo,forse per via del mio DNA,essendo di origini orientali. Stavo giocando,quando ad un certo punto mi venne in mano un foulard che mia madre mi aveva dato da usare come coperta per il mio bambolotto (rigorosamente maschio,infatti,era l’unica bambola con cui giocavo…sono sempre stata un pò “mascolina”,giocavo con i soldatini e le macchinine,a scuola giocavo a calcio,e guardavo i transformers,l’uomo tigre e via dicendo!!) … Ancora oggi non so spiegarmi di preciso cosa mi prese,perchè proprio in quel momento,perchè proprio in quel modo.Presi il foulard, lo appallottolai, e lo misi dentro le mutandine,sotto il vestito.Mi sedetti,vicina al letto,tra questo e l’armadio,in modo da non essere troppo visibile e da poter sentire se qualcuno fosse entrato in camera,così da potermelo togliere subito. Sentivo una voce nella mia testa,che mi diceva cosa dovevo fare,come dovevo star seduta..” tienilo li,e non muoverti.” Ricordo che stavo li,ascoltando quella voce,provando emozioni indecifrabili,eppure così autentiche,come non le ho più provate da allora..me ne stavo li,con il mio dito in bocca.. Ero così fuori dal mio corpo,ero così dentro il mio vero essere (me ne sono resa conto col senno di poi,ovviamente!) , che non avevo udito mia madre e mia sorella entrare in camera.. Mi guardarono,ricordo ancora il sorriso affettuoso e lo sguardo perplesso ma tranquillo che avevano. Mi chiesero cosa stessi facendo,come chiedendomi perchè me ne stavo li tranquilla,così… Dissi loro che stavo riposando,non senza un certo imbarazzo…mi chiesero se volevo andare con loro da qualche parte (ora non ricordo bene dove), ed accettai,dicendo loro di aspettare,che avrei dovuto mettere in ordine i miei giochi. Andarono in bagno mia sorella ed in camera mia madre, a prepararsi. Io tolsi il foulard,cercando di non farmi vedere,e lo misi nella mia cassettiera.Aspettai che si calmasse il mio cuore,e poi mi vestii. Dopo quel giorno, passò qualche anno prima che tornasse alla mia mente,nel mio animo quell’istinto. Avevo circa 12/13 anni, quando iniziai a risentire quella vocina,dentro di me….iniziai a giocare da sola,usavo le mutandine,le mettevo strette strette nella riga davanti e le tenevo così per ore,anche andando in giro,sentendomi imbarazzata al pensiero che qualcuno potesse accorgersene,sentendo il leggero dolore ed il sottile piacere,ed ascoltando sempre quella voce nella mia testa. Iniziai poi ad usare le mollette,le mettevo la sera, a letto,sui seni e sulle labbra,quelle tra le gambe .. sentivo che DOVEVO tenerle tutta la notte,era un ordine perentorio,anche se non capivo da dove venisse. Col passare del tempo,quando i miei non c’erano, mettevo una gonnellina od un vestitino (ricordate che sono sempre stata mascolina,non ho mai amato gonne calze e quant’altro,e a tutt’oggi,facendo il conto,penso di aver messo gonne e/o vestiti forse 10 volte in tutta la mia vita !)….. Li indossavo,senza nulla sotto….e stavo sul poggiolo,a leggere,o a fumare (sempre di nascosto anche questo!!)…..accavallavo le gambe,e subito sentivo questa voce che mi diceva di non accavallarle,di tenerle giù,anche se accostate,oppure di tenerle divaricate…oppure ancora, di accucciarmi sui piedi,con le gambe leggermente aperte…. Realizzai che mi sentivo “schiava” di questa voce,sentivo di dover obbedire a qualcuno,ma non per obbedire come si obbedisce ai genitori o a scuola…dovevo obbedire per liberarmi, per provare piacere,piacere di soddisfare appieno qualcuno,anche se quel qualcuno stava solo nella mia testa. Qualche anno dopo mio padre comprò il computer per mia sorella,ed un modem per navigare in internet…lo ricordo ancora, era un 56 k,l’adsl non era ancora così diffusa… Iniziai a navigare insieme a mia sorella,che mi mostrò come fare;iniziai le scuole superiori,e scoprii un nuovo mondo,nuove parole, scoprii la sessualità,scoprii il piacere fisico….ed iniziai anche a cercare di scoprire quello che accadeva nella mia testa,nel mio animo… Iniziai ad usare internet per cercare di scoprire cosa mi stava accadendo…ricordo ancora il primo primissimo sito in cui trovai un “vocabolario” e dove scoprii che il sadomasochimo che piaceva a me,in realtà era BDSM, e che non era sadomasochismo come viene comunemente inteso…da quel sito,che si limitava a poco,ne cercai altri….cercai di approfondire, e finii su “gabbia “….e qui, iniziai a comprendere che non c’era nulla di male,che non ero sbagliata,che non dovevo sentirmi così “matta”,così inadeguata,così distorta come mi sentivo… E su gabbia sto ancora scoprendo cose nuove…….. Spero di riuscire,prima o poi,a realizzare quello che sento agitarsi dentro me……….nel frattempo,continuo ad “acculturarmi”, cerco di capire più che posso su questo mondo che sento tanto mio,cerco di imparare cose nuove….e cerco sempre di aprirmi sempre più a me stessa,di aprire sempre più la mia mente,la mia anima….di guardarmi dentro a fondo,con onestà e sincerità,anche se a volte mi risulta ancora difficile….
IL SOGNO DI AASE – Capitolo 1 –
La neve cadeva fitta fitta, in grandi fiocchi che Aase , estasiata, osservava adagiarsi silenziosamente lievi sul terreno. Un silenzio ricco di rumori avvolgenti, che l’aiutava a rilassarsi, a godersi i propri sogni.
Sogni proibiti che avrebbe desiderato svelare a Nils ma….Erano gnomi, e nel loro mondo certe fantasie non erano contemplate.Loro amavano e rispettavano la vita, la natura, gli animali e persino gli esseri umani!Come poteva sperare che lui capisse il suo desiderio?
Aka, il suo lemming, squittì risvegliandola