E’ passato un mese da quando ho avuto l’ultimo rapporto con Alina, un incontro molto bello a tre con Stefania, splendida insegnante di sesso. Da allora lei non mi ha più cercato, cercando anzi d’evitarmi ad ogni occasione.
Fino a quel sabato pomeriggio quando mi chiama al cellulare.
“Pronto Marco, ti disturbo ?” – perlomeno il suo tono di voce è cortese.
“No figurati, non stavo facendo niente.” – in realtà ho un mezzo appuntamento, ma Alina è più importante.
“Hai dei programmi per stasera, lo so che dovevo chiamarti prima, ma non ne avevo il coraggio.”
“No guarda per stasera non ho programmato niente, quindi dimmi pure.”
“Vorrei che verresti da me dopo cena, diciamo verso le dieci, ti va bene ?”
“Certo alle dieci sono da te.”
“Allora t’aspetto, ciao.”
“Ciao e a presto.”
Appena riagganciato inizio a pensare a che cosa abbia in mente, niente di ordinario, questo è sicuro, vuole ricambiare la sorpresa e di questo ne sono certo, solo che non riesco ad immaginare che cosa
La punizione di Elena di Blacklussury – RACCONTI dei LETTORI
Elena è la classica fighetta che sa di esserlo e si comporta di conseguenza tirandosela in maniera esagerata. Inoltre è la più grande della classe perché è ripetente e visti i suoi voti penso che l’esame di maturità mon lo passerà.
Il padre, il classico palazzinaro arricchito, all’ultimo colloquio con gli insegnati ha detto a tutto il corpo insegnati che se sarà bocciata la ritira da scuola e la manda a lavorare e questo lei lo sa benissimo ed è l’unica cosa che le fa realmente paura.
Alla vigilia dell’ultimo compito in classe si avvicina con fare da gatta morta e mi chiede come può arrivare alla sufficienza.
– Devi prendere almeno un sette, non avrai il sei matematico ma vedrò di premiare l’impegno
– Ma Prof io per arrivare a sette sevo fare due compiti.
– Allora andrai allo scrutinio col cinque.
– Prof lo sa che non mi posso permettere d’essere bocciata ?
– Certo tuo padre mi ha parlato di quello che intende fare.
– Senta Prof io sarei disposta a tutto,e lei mi capisce,pur di non farmi bocciare.
– Elena è inutile che cerchi di corrompermi e poi io ho gusti molto sofisticati.
– Cioè ?
– Sono un Padrone – le rispondo mentendo – a me la donna piace schiava.
– Su non faccia il cattivo con me non penso di meritarlo.
– Vedi di fare bene in compito in modo da non scendere a patti con me.
– Va bene Prof comunque le ho già detto che sono disposta a tutto e lei certo non mi fa paura.
Arriva il giorno del compito e mi sembra che Elena lo faccia d’impegno cosa mai vista.
Quando finiscono sono curioso di vedere il suo e inizio a leggerlo con curiosità.
In realtà ha scritto solo frasi sconce sul sesso e su di me.
A quel punto sono incazzato nero, vorrei portare il suo compito in presidenza e farla buttare fuori
Angela, schiava del desiderio di Giampiero — RACCONTI dei LETTORI
Angela, schiava del desiderio di Giampiero
Chi ha mandato questo testo assolutamente pregevole ha purtroppo messo questo “cappello” con cui ci annuncia che l’opera resta incompiuta. A mio avviso un vero peccato.
“Questo e’ il primo dei dodici capitoli di un romanzo cui non ho dato nemmeno il titolo che mi ero messo a scrivere. La cosa mi ha stufato e ho lasciato tutto lì. Ma voglio che almeno il primo capitolo ve lo godiate.”
Cap. 1 (ed anche unico)
Era arrivata l’ora di andarlo a prendere in aeroporto. Angela diede un’ultima occhiata in giro prima di uscire. Tutto doveva essere come voleva Lui, nel caso fosse venuto a casa. Tapparelle abbassate, una luce accesa sul tavolino, televisore sintonizzato su un canale di videoclip, a volume basso. Non doveva fare tardi.
Tirò la porta senza dare giri di chiave e si infilò frettolosamente in ascensore. Lo specchio, dentro, le rimandò l’aspetto che conosceva, che non le piaceva. Era stata graziosa, ma il tempo e i dispiaceri non l’avevano certo migliorata. Le battutine delle colleghe più giovani glielo ricordavano e gli inviti a cena sempre più rari lo confermavano. Questi ultimi anni non erano stati facili: abbandoni, solitudine, un po’ di piombo nelle ali. Poi aveva incontrato Lui.
L’aveva trovata che lei era ormai una cagnolina randagia e l’aveva presa con sé. Certo, era uno strano tipo di amore. Era
Torture e sesso nella Villa del Padrone – RACCONTI bdsm dei Lettori
Torture e sesso nella Villa del Padrone by Sonia
Nella villa del padrone, a sua disposizione. Tre schiave pronte a tutto, pronte a subire qualsiasi cosa. Io, spaventata e affascinata da questo mondo così violento e così vero e per me tutto da scoprire.
Carla, da sempre schiava e cagna di master Giancarlo.
Ludmilla, una polacca disposta a farsi frustare e umiliare pur di guadagnare qualcosa. Ma un fondo di masochismo ce l’ha pure lei, altrimenti solo per soldi è impossibile sopportare certe cose e … anche godere come ho visto fare a lei.
Siamo state tre giorni a disposizione di Giancarlo, che mi ha fatto tenere infilato il doppio vibratore per un sacco di tempo, mentre si è sfogato con il culo di Carla e frustando Ludmilla.
Sono stata molto tempo con Carla mentre Ludmilla è rimasta legata nella sala delle torture. La sentivamo urlare e gemere e con questa musica nelle orecchie, Carla mi ha coccolata e mi ha fatto venire almeno due volte con la sua bocca e le sue mani.
RACCONTI dei LETTORI – Lo schiavo bendato – by G.H.
Una sera come capita spesso, ero in chat, una chat sadomaso-feticistica che ha principalmente lo scopo di far incontrare persone, che come me, la pensano in questo modo “particolare” circa il sesso.
Tra le persone connesse inizio a scambiare qualche parola con una coppia il cui nick e profilo lasciavano sperare di aver trovato la coppia che sognavo da tempo. Loro erano una coppia bisex dominante; seguiva una descrizione dei due, entrambi sui 35 anni, fisici normali ecc, ecc.
Discutemmo parecchie volte, sempre fantasticando su un ipotetico incontro in cui loro sognavano che lo schiavo li raggiungesse a casa loro e appena prima di varcare la soglia di casa si bendasse gli occhi, quindi senza vederli e si abbandonasse completamente a loro assecondando ogni loro desiderio di Padroni.
RACCONTI dei LETTORI – Umile servitore – by dado
Le erano bastati pochi mesi ed aveva fatto di me un aspirante provetto colf.
Mi aveva abituato a svolgere per lei i lavori di casa in modo impeccabile, affinché non facessi pentire il suo lui di avermi concesso quel privilegio.
Le bastava concedermi un briciolo di confidenza, un sorriso malizioso, uno sguardo veloce per portarmi in brodo di giuggiole.
Era comunque sempre pronta a ristabilire subito le distanze e rimettermi in riga quando pensava fosse il caso.