Amazzone sotto

 

Cosa c’è di più emozionante che frustare una bella amazzone e che lei stessa abbassi i suoi attillati pantaloni beige, cali le mutandine, si metta in posizione giusta con le natiche in fuori.
Profumo di paglia, caldo che entra dalla porta semi socchiusa, tanto fuori non c’è nessuno, i cavalli a nitrire, ogni tanto e scalpitare.
Il frustino che si abbatte 10, 20, 50 volte sulle natiche segnandole, con calma, tanto c’è tutto il tempo che si vuole. Le giornate d’estate sono calde, ma anche tanto lunghe.
Nessun urlo, nessun pianto.
Silenzio. Solo il sibilo del frustino e il rumore del suo impatto con le natiche sode.
Una vera amazzone sa soffrire in silenzio, con dignità. Non chiede sconti. Non chiede pietà.
Più i colpi cadono sulle immacolate natiche più lei sente dentro che è giusto che sia così.
Punita per la superbia verso i clienti del maneggio, per l’altezzosa freddezza verso il povero fidanzato, per la sua prepotenza con i poveri stallieri. Ma uno – questo – ha deciso che lui non sopportava più la sua arroganza. Ed ha osato.
“Uno di questi giorni ti faccio assaggiare il frustino sul culo”
Frase troppo forte per non avere un risultato immediato.

 

 

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