Sono anni che pratico il bondage, praticamente se consideriamo il self bondage da prima della puberta’, e sono anni che ho superato la sensazione di disagio che mi dava avere queste “fantasie perverse”. Oramai quando succede che si parla di bondage, molto tranquillamente ammetto di praticarlo e se mi viene chiesto spiego cosa vuol dire per me, come lo vivo e come mi pongo nei confronti di terzi o della mia partner.
Ma non sono qui per parlare di questo, ho gia’ scritto sia qui che altrove articoli che parlano del bondage come attivita’ sessuale alternativa. Quello di cui vorrei parlare e’ di quello che non so’ come definire se non “Bondage Alternativo”Con Bondage Alternativo intendo un bondage non finalizzato al sesso o alla stimolazione sessuale ma un Bondage in cui le corde vengono usate come la parte integrante di altro. Puo’ essere la fotografia, il teatro o semplicemente il benessere.
Recentemente mi sono ritrovato a fare tante foto di bondage ed ho notato una evoluzione nello stile degli scatti, dalla ricerca del bondage classico sono passato alla ricerca del modo di adattare le corde al corpo della modella per esaltarne le forme ed i contorni, usare le corde e’ diventato piu’ un’arte che una attivita’ finalizzata al sesso. Ad esempio queste due foto sono molto simili come posizione eppure si vede una differenza di tecnica,
Nella prima quello che volevo evidenziare era l’impotenza della modella, non c’e’ nessuna ricerca della posizione o della pulizia delle corde, la foto e’ stata scattata solo perche’ volevo ricordarmi il momento e null’altro.
Nella seconda c’e’ una maggiore ricerca di significati, la posa e’ piu’ “aggressiva”, anche se legata la modella trasmette piu’ sicurezza in se stessa. Per me non e’ piu’ importante la legatura in se stessa quanto quello che usando la legatura posso cercare di trasmettere a chi vede la foto.
C’e’ una maggiore ricerca della pulizia del bondage che e’ stato costruito sulla modella, la posizione e’ studiata per evidenziare la figura e l’effetto generale e’ molto piu’ “scioccante”.
Ma senza andare sul sensazionale, anche se la foto e’ volutamente semplice c’e’ una enorme differenza tra questa
e questa
La sedia e’ la stessa, il bondager ed il fotografo (io) e’ lo stesso, perfino la stanza e’ la stessa ma la differenza tra le due foto e’ enorme. Non parlo della tecnica fotografica ma di cio’ che viene trasmesso dall’immagine.
Complimenti per le foto, sono bellissime!
Anche a me piace molto il bondage, adoro guardare le foto di Araki, non so se lo conosci, il fotografo giapponese.
Sono una ragazza di 21 anni e per il momento non sono mai stata legata come una tua modella, questo perchè mi son avvicinata da poco a questo mondo e quindi sto facendo un percorso graduale.
Mi piacerebbe parlare ancora con te, mandami una mail così ti invio il mio contatto msn.
Blackflower
Ti ringrazio per i complimenti, ovviamente fanno sempre piacere ed ovviamente conosco le foto di Araki … spesso mi sono ispirato (leggi bene = copiato) alcune sue creazioni.
Una curiosita’ ,,, ma dopo aver scritto qui in pubblica che non eri mai stata legata, che ti piaceva ed aver messo la tua email … non ti si e’ intasata completamente la casella di posta???
🙂 🙂 🙂
Grazie ancora per i complimenti ed a risentirci ai prossimi blog
COME AL SOLITO QUARDANDO LA TUA OPERA NON RESTA CHE SPERARE DI ESSERCI TU SOTTO LE MANI.
SOPRATUTTO NON PENSAVO CHE LOA FANTASIA FACESSE COSI TANTO PER RENDERE SEXY LE DONNE SOTTO BONDAGE KISS DA UNA TUA ALLIVA DI CORDE
No, avete letto bene, non ho sbagliato a scrivere, quando ho parlato di Bondage e Fotografia ho scritto qui, in questo caso ho proprio legato il fotografo … anzi, per meglio dire la fotografa!!! La fotografa bondadaMi e’ stata espressamente richiesto