So solo che sei morto, e non come è avvenuta la tua morte.
Dunque sei finalmente riuscito a “lasciare il tuo corpo”, come tanto avevi voluto e sperato e chiesto.Un corpo inutile, d’impaccio, tenuto in funzione da macchine.
Prigione per il tuo spirito che voleva volare.
Ti avevano condannato a vivere nonostante tutto, nonostante le tue richieste lucide e disperate.
A te non hanno riconosciuto neppure quello che si riconosce al cane di casa , quella pietà che permette di interrompere la vita per far cessare le sofferenze…Inutili le raccolte di firme, le veglie.
Altri avevano deciso per te che la tua vita doveva continuare, e tu da solo non potevi compiere quei gesti che ti avrebbe fatto morire.
Da solo non potevi neppure grattarti il naso, o una mano.
A quegli altri auguro di soffrire quello cha hai sofferto tu, senza nessuno sconto.
Ma tu ora finalmente sei libero!
E nella tristezza sono lieta per te.
Ce l’hai fatta Welby!
Ora puoi correre!
E iniziare a danzare.
dafne
Vorreste conoscere il segreto della morte.
Ma come scoprirlo se non cercandolo nel cuore della vita?
Il gufo dagli occhi notturni, ciechi di giorno non può svelare il mistero della luce.
Se davvero volete scorgere lo spirito della morte, spalancate il vostro cuore al corpo della vita.
Giacché la vita e la morte sono una cosa sola, così come il fiume e il mare.
In fondo alle vostre speranze ed ai vostri desideri stà la muta conoscenza di ciò che è oltre la vita.
E come il seme che sogna sepolto nella neve, il vostro cuore sogna la primavera. Fidatevi dei sogni perché in loro si cela la porta dell’eterno.
La paura della morte non è che il fremito del suddito quando la mano del re gli si posa in fronte in segno d’onore.
Nel suo brivido, il suddito non è forse felice perché si ornerà di quel segno regale? Allora non ricorda forse il suo antico tremore?
Poi che cos’è morire, se non stare nudi nel vento e disciogliersi nel sole?
E dare l’ultimo respiro, che cos’è se non liberarlo dal suo flusso inquieto, affinché possa involarsi finalmente e spaziare disancorato alla ricerca di Dio?
Solo se bevete al fiume del silenzio voi canterete veramente.
E quando avrete raggiunto la vetta del monte allora incomincerete a salire.
E quando la terra chiederà le vostre ossa, allora danzerete veramente
K. Gibran
Speravo o meglio non osavo sperare che su questo blog appena partito ci fosse un accenno a questa persona che giustamente sta diventando un simbolo. Brava Dafne che hai avuto il coraggio di farlo qui, su un sito che parla di tutt’altro.
Ma non esiste un tutt’altro perché la vicenda parla della vita e della morte che sono fatti che toccano tutti e tutto.
Fiumi di parole oggi. Accese. Ma com’è che neppure su una cosa così semplice, così umana ci possa essere accordo. Me lo chiedo e per non aumentare i decibel, abbasso il tono fino a troncare qui un discorso che potrebbe essere lungo e appassionato. Come non dire forte, come non appassionarsi se la posta in gioco è anche il proprio modo di morire.
Avrò io diritto ad una morte degna come degna è ora la mia vita?
Ho ascoltato oggi e oggi non ne sono più così certo.