DESIDERARE ( DOLORE, UMILIAZIONE, SOTTOMISSIONE)

” Poi non è che la vita vada come tu te la immagini.
Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada.
Così… Io non è che volevo essere felice, questo no.
Volevo… salvarmi, ecco: salvarmi.
Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri.
Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente:
il dovere, l’onestà, essere buoni, essere giusti. No.
Sono i desideri che salvano. Sono l’unica cosa vera.
Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l’ho capito.
Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile:
e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male.
E’ lì che salta tutto, non c’è verso di scappare,
più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci.
Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare.
Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male
che tu non te lo puoi nemmeno immaginare”.
(A. Baricco-Oceano mare-)
Mi piacciono queste parole, spesso le rileggo.
Lascio che entrino dentro di me, che sfiorino la mia anima, che suscitino associazioni, ricordi, emozioni, pensieri.
A volte le sento molto vere, trovo molte rispondenze con me, con quella che sono, con la mia vita.
A volte le sento come lontane, quasi prive di un vero significato.
Ma sempre le amo.
Una cosa e il suo contrario, come è possibile?
Eppure è così. Forse dipende dalla mia “profondità” nel sentire, che non è sempre la stessa.
Credo davvero che a volte “desiderare” possa fare male, e possa fare stare molto male.
E’ quando si desidera nonostante tutto qualcosa che non si puo’ avere, ma perchè in realtà c’è qualcosa di “malsano”, di “distruttivo” in quel che si desidera, anzi non tanto in quel che si desidera ma in COME lo si desidera, come se desiderare ( e non poter avere), fosse solo un alibi, un qualcosa che maschera un grande vuoto, un ‘incapacità di fondo, un fallimento.
Io so di essere stata fortunata, nonostante tutto mi sono “salvata”.
e anche se è vero che:
“Mi sono fatta tanto di quel male
che tu non te lo puoi nemmeno immaginare”
quel tempo è passato, quasi del tutto, e mi sono salvata.
I miei desideri non fanno male, li ho riconosciuti in tempo.
Certo all’inizio ne ho avuto paura: desiderare dolore, umiliazione, sottomissione puo’ apparire strano anche a noi stessi all’inizio, per me è stato così, ma non mi sono fermata.
E ho saputo realizzarli quando era il momento, prima che diventassero ossessioni e prendessere il sopravvento su di me, prima che mi ferissero.
Non rovinano la mia vita perchè NON SONO tutta la mia vita, e anzi in un certo qual modo la aiutano, perchè contribuiscono a farmi stare bene.
Sono stata anche fortunata : ho trovato diverse persone che mi hanno aiutato a realizzarli, e poi Lui che non ha pregiudizi, Lui che non ha paura del mio immaginario erotico, delle mie fantasie, per quanto ardite e sconcie possano essere, dei miei desideri.
Con Lui posso desiderare tutto il male che voglio, ma senza davvero farmi male, farmi male dentro intendo.
Posso desiderare di essere umiliata con la sicurezza di non venire mai ferita. Posso volere essere sottomessa contro ogni razionalità apparente e sentire il rispetto profondo che ha per me.
Dolore, umiliazione, sottomissione, tutto fa parte di un bellissimo e desiderato gioco, desiderato da entrambe le parti, un serio, impegnativo divertente gioco, in cui entro con tutto il corpo, tutta la mente, tutta l’anima, e ne esco arricchita in sensazioni, emozioni, conoscenza, consapevolezza.
E con il corpo, la mente e l’anima un po’ più liberi.
E allora sì, è bello non aver paura dei propri desideri, è bello poter desiderare, desiderare senza farsi del male davvero.
Dafne
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