(La serie è iniziata con l’intervento del giorno 25 ottobre)
Oggi il titolo è:
“Sì, me le merito”
E’ uno degli approcci migliori alla sculacciata. Quello di riconoscere che la punizione è giusta, che le sculacciate devono essere un lungo e cocente percorso. Dunque una punizione ineluttabile e dunque nulla si può fare per evitarla.
Anzi non solo non si può fare nulla per evitarla ma non si deve fare nulla. Solo il meritato castigo riporterà giustizia.
Chi entra in questo trip mentale assapora bene tutto il piacere dello spanking. Significa lamentarsi e nello stesso tempo chiedere che la sculacciata vada avanti, severa e implacabile per il piacere di chi sculaccia e di chi è sculacciato.
“Si, me le merito” è quello che penso quando il mio dom., che è l’uomo col quale convivo (anche se non sono la sua unica donna), mi punisce. Essendo un uomo molto autorevole non sbaglia mai quando decide di punirmi, o quanto meno questo è ciò che penso. Da quando sono con lui, e ormai sono 14 anni, non mi viene in mente una sola volta che mi abbia punito senza che lo meritassi. Anche quando mi umilia punendomi al cospetto di altre persone. E’ capitato anche quattro giorni fa: oltre a lui erano a tavola la donna con cui avrebbe passato la notte e una coppi di amici. Io, che dovevo servire in tavola, a un certo punto mi sono dimenticata che il vino era finito e necessitava un’altra bottiglia. Dopo avermi ripreso durante la cena, alla fine della cena mi ha punito davanti a tutti. Mi sono sentita in imbarazzo, ma come potevo dargli torto? L’errore lo avevo commesso, quindi… Ma di errori, nno dopo anno, ne commetto sempre meno. E questo lo devo a lui, alle sua severità, alle sue punizioni. Dall’alto della sua superiorità mi ha fatto capire molte cose e gliene sono grata. Per questo, quando mi punisce, penso sempre: “Si, me le merito tutte”.
Parole sacrosante! La punizione è sempre meritata e va ricevuta con la dovuta umiltà. Quando mio marito prende la canna il primo sentimento è certamente il timore, ma poi subentra la vergogna perchè poche cose sono capaci di farmi comprendere in pieno il mio stato di sottomissione più di quanto non lo faccia una “bella” fustigazione. Non ho la libertà di fare di testa mia, so cosa devo e non devo fare e quando sbaglio devo essere punita. Naturalmente devo ringraziare per la punizione ricevuta, segno di affetto e di cura da parte di mio marito…e la gratitudine che provo è sincera, perchè so che, veramente, quei colpi dolorosi sono una grande prova d’amore da parte sua.
avete ragione anche voi meritate o no la sculacciata resta sempre una gran bella pratica,io sono sia per la punitiva ma non disdegno anche quella giocosa,fatta apposta per trarne piacere,ma concordo che serve per piu motivi.purtroppo come tanti altri non ho donna o ragazza fissa cui potergliele somministrare anche se ho avuto esperienze varie occasionali.se qualcuna si volesse fare avanti.
Carissimo Spankermax, da quello che ho potuto capire per te si tratta comunque di un gioco, perchè se anche si tratta di punizioni sono comunque all’interno di un gioco di ruolo. Per me, invece, si tratta di punizioni vere e proprie (e da quello che scrive ritengo la stessa cosa riguardi Diletta): io, pur non essendo la sua unica donna, da 14 anni convivo col mio dom. in un rapporto di sudditanza. La sua superiorità è tale che non posso che accettarla e con la dovuta umiltà rimettermi alle sue volontà. Così quando decide di punirmi, quasi sempre col “cane” (ma qualche volta anche con la frusta), non posso far altro che fare ammenda e accettare il suo volere. Ma la fustigazione non suscita in me alcun piacere, anzi: c’è il dispiacere per il dolore che mi viene provocato e, soprattutto, c’è il dispiacere di non essere stata capace di servirlo com’è mio preciso dovere. Capito? Per questo, con la dovuta umiltà, ricevo il castigo pensando che me lo merito dal primo all’ultimo colpo, convinta che mi possa giovare. E, come avrai ben capito, quando me le dà si tratta di punizioni vere e proprie.
Spesso non riesco a trattenere le urla quando il mio master mi punisce con la frusta o con la canna di bambù, ma poi capisco che è giusto che mi punisca se sbaglio. Insomma, me le merito e ne sono consapevole.
Penso anch’io che la monella punita debba essere consapevole della giustezza della punizione ricevuta, cio’ la aiutera’ a sopportare meglio il bruciore del castigo e soprattutto quello dell’umiliazione subita. Penso anche comunque che lo Spanking sia anche un gioco erotico stupendo, non necessariamente la sculacciata deve essere solo ed esclusivamente afflittiva, puo’ anche essere, a mio modesto parere, un gioco erotico, secondo me FANTASTICO !! A proposito c’e’ qualche ragazzaccia indisciplinata che vuole giocare con me, scontare qualche peccato sapendo di meritarle naturalmente…!!! Headmaster Giuliano
Caro Giuliano, penso che l’umiliazione sia a volte ancora più dolorosa delle frustate…Essere consapevoli della propria condizione di sottomissione, dover accettare la realtà della punizione, sapere che quell’uomo con cui vai al cinema o a cena o al supermercato è anche la persona che ha il diritto di ordinarti di abbassare mutandine e di piegarti sulle sue ginocchia per punirti severamente….sapere che, semplicemente, lui può farlo e tu devi sopportarlo…che inesprimibile brivido di dolore e di piacere….
Ecco anche perchè la punizione deve essere inesorabile, puntuale e pienamente dolorosa!
Con piacere condivido con gli amici della Gabbia, e in particolare di questo blog, la mia recentissima esperienza. Un paio di giorni fa, mio marito è tornato a casa ad un orario insolito. Mi ha trovato impegnata a chattare, attività che mi è espressamente proibita. La conversazione era di per sè del tutto innocente ma, ovviamente, questa non è nè una giustificazione nè un’attenuante. L’ho visto andare in bagno poi, senza dirmi una parola, mi ha fatto cenno di alzarmi. Sempre in silenzio mi ha alzato la gonna, abbassato calze e mutandine e mi ha fatto piegare sul tavolo. Con calma e metodicamente ha cominciato a sculacciarmi prima con la mano nuda, poi con il battipanni, finchè non sono scoppiata a piangere. Quando mi ha vista in lacrime mi ha inferto ancora qualche colpo particolarmente forte e ha completato la punizione (MERITATISSIMA) infilandomi tre supposte di glicerina che ho dovuto trattenere per il resto del pomeriggio.
Personalmente trovo abbastanza ovvio che anche le sculacciate “giocose” siano ammissibili, come qualsiasi pratica che dà soddisfazione ai partner.
Ma certamente si tratta di un pianeta completamente diverso da quello oggetto dell’articolo. I commenti delle donne in questo post li trovo assolutamente condivisibili e maturi e plaudo alla serietà dei rispettivi rapporti.
Credo che, rispetto alla “sculacciata giocosa”, rispecchino un ben diverso grado di profondità e maturità di relazione.
Me ne compiaccio.
Buona fortuna a tutti.
EducatoreSevero
Sicuramente comprendo bene quello che esprimi o che hai voluto comunicarci. Ad ogni modo lo spanking ha diverse sfumature. Questo intendevo dire. Non è sempre una pratica
Giocosa. Anzi il piupiù dedelle volte è uno stato di supplizio e dolore voluto e accettato nei rispettivi ruoli. È parte della vita quotidiana. Un insieme di dolori emozioni e sensazioni che appagano i sensi del dominante come della sottomessa. So che il dolore non è un gioco. Che è duro da sopportare ma è un bene e unannecessità. Ci sono diversi gusti e ruoli in questa stupenda tematica. Io riesco ad apprezzarli tutti. Grazie del attenzione
Sì, me lo merito. C’è tutta la consapevolezza della mia colpa in questa frase e mi piace recitarla sottovoce mentre mi spoglio, mi piego e chiudo gli occhi apsettando il momento in cui mi scapperà un gemito e un altro ancora e di quando inizierò a supplicare il mio Padrone affinché continui a punirmi. Solo in questo modo mi sento finalmente me stesso. Un tributo a chi ha inventato lo spanking.