Il gioco della visita medica

Sarà capitato a tutti di giocare da bambini alla “visita medica” probabilmente sotto l’influsso dei primi albori della sessualità e certamente della curiosità delle “differenze” tra bambino e bambina, che non ci erano chiare ma per cui sentivamo una innata attrazione…
Allora era un gioco esplorativo e morboso, talvolta erano più attivi i maschietti, talvolta le femminucce, poi con la pubertà ogni cosa si è chiarita e confusa al tempo stesso: chiariti gli impulsi ma confusi i modi di soddisfarli e soprattutto se era lecito soddisfarli…
Proibito toccarsi per i maschi, fa diventare ciechi, alle femmine proibita anche ogni intimità con altre femmine, è da poco serie…Già, poco seria, sgualdrina, puttana, troia, cagna…parole intuite nei discorsi degli adulti, solo pronunciate sottovoce, sconvenienti, eppure usate più spesso di quanto pensassimo e nei confronti di persone che ci sembravano perbene…
Allora da adulti può tornare alla memoria quel gioco sconveniente ed eccitante ed ora che possiamo decidere cosa e con chi farlo, ci può apparire molto eccitante pensare alla nostra compagna manipolata, imbarazzata e piena di vergogna, esaminata intimamente da uno sconosciuto davanti ai nostri occhi.
Non si creda che per un maschio questo gioco implichi di essere “cuck”, come si dice, cioè un passivo che gode nell’essere umiliato da un altro maschio che ne abusa la compagna. Questo è solo il capolinea estremo del gioco, in realtà la maggior parte dei maschi etero coltiva la fantasia di vedere la sua donna manipolata da un altro uomo, così come da un’altra donna, come quella di essere penetrato con uno strap-on indossato dalla propria donna…fantasie che magari non si avvereranno mai, certo quella della visita medica è la più semplice da realizzare.
Non è difficile trovare un dominante, come me, negli annunci di Gabbia, che si dica disponibile, anche concordando nei dettagli cosa si può e cosa non si deve fare.
E’ un tale piacere per persone come me, che sono feticiste del corpo femminile, manipolare in ogni modo una femmina tra le proprie braccia (e per qualcuno la presenza del compagno è un ulteriore incentivo all’eccitazione), che sono disposti a farlo anche attenendosi ad una coreografia e a precise istruzioni.
La visita si può svolgere a domicilio della “paziente” oppure in un hotel, non è necessario che un letto e un tavolo, su cui poggiare gli strumenti in bella mostra. L’esibizione degli strumenti è essenziale: anche se non si useranno tutti debbono essere allineati, di alcuni si può riconoscere l’uso ma di altri deve intrigare il mistero, a cosa serviranno ?
Così lo stetoscopio o lo sfigmomanometro (misuratore di pressione) o lo speculum vaginale o il termometro anale, saranno probabilmente subito riconosciuti, mentre fruste, paddle, intrusori vari per forme e materiali, pinzette collegate a scatolette minuscole, daranno un brivido di vergogna e incertezza, facendo temere pratiche difficili da sopportare.
Si comincia con un colloquio per conoscere l’anamnesi della “paziente” e studiare i suoi punti deboli, la famiglia, il rapporto col partner, coi colleghi di lavoro, con la Religione.
Poi si passa alla visita vera e propria con la misurazione della pressione, l’auscultazione di cuore e polmoni per poi tastare il seno e chiedere ragguagli su eventuali mammografie, mentre si scopre la parte e si manipola abbondantemente.
Ovviamente quello che si scopre non si riveste, ma si prosegue dall’alto verso il basso a scoprire…si passa a valutare l’addome e poi si passa ai glutei.
Su seno e glutei si può chiedere se la “paziente” ha subito tensioni psicologiche, sul lavoro, con gli amici, pensando di averlo troppo grosso o troppo piccolo, cogliendo l’occasione per una manipolazione prolungata e magari l’imposizione di pinze vibranti ai seni e, dopo aver preso la temperatura anale, di un plug anale.
In questa fase la rotella di Warthenberg, usata in neurologia per testare i riflessi nervosi, è un valido aiuto per sensibilizzare queste parti ed eccitare ulteriormente la “paziente”con uno strumento intrigante e poco conosciuto.
A questo punto la “paziente” è nuda davanti a noi e facendola stendere sul letto possiamo fare una approfondita visita vaginale con lo speculum, mentre le facciamo domande sulla sua sessualità, chiedendo magari se preferisce che il suo compagno esca dalla stanza, per metterla maggiormente in imbarazzo…
Si rileverà certamente qualche comportamento criticabile cogliendo l’occasione di dimostrare al compagno come punire questi comportamenti con una sonora sculacciata, e studiando la reazione, passando poi al flogger o al paddle, cintura, caning, se il soggetto si rivela capace di assorbire con disinvoltura o addirittura con piacere la “punizione” erotica.
Quando il sedere sarà rosso e un poco segnato sarà il momento anche per il “dottore” di spogliarsi e di passare ad argomenti sessuali più forti ed intimi: prima chiedere dimostrazione di come si fa indossare il preservativo (al sedicente dottore) e la propria abilità nel fare un pompino (sempre al dottore, naturalmente) poi si passa alle penetrazioni fisiche se consentite, uso della Magic Wand per farle avere orgasmi multipli, electroplay  se si è scoperta una vena masochistica.
Ora la visita medica è sfociata in una sessione BDSM vera e propria e solo gli accordi precedenti potranno guidare la continuazione del gioco con reciproca soddisfazione.
Sir Stroke

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