Quando mi dicesti: “Devi essere solo mio!” un brivido mi percorse la schiena.
Non mi era mai capitato, o forse non ci avevo mai fatto caso, o.. non ci avevo mai voluto fare caso…
Da quel giorno una vertigine mi prese, un vortice mi afferrò la testa e l’anima e persi completamente la capacità razionale nel rapporto con te.
Ero euforico e felice, stavo inziando ad appartenere!
Ora sono qui,
mi hai stretto il collare, in modo energico, lo hai fissato come le polsiere e le cavigliere, strette quanto basta, ma fissate bene.
“Amore mio sentirai un po’ male, ma lo sai.. ti piace!” hai sussurrato all’orecchio mentre fissavi gli anelli al letto e mi costringevi a stare come un gatto, a quattro zampe, dandoti la schiena.
La mia eccitazione è tradita dal fisico, e tu ben lo sai..
Mi hai messo una palla in bocca, hai stretto la cinghietta “Così non faremo troppo chiasso, stavolta..!” hai aggiunto.
Allacci il guinzaglio al collare, sento che ti stai avvicinando, dopo che sei montata sul letto.
Non ti vedo, ma i rumori sono chiari, stai allacciando le cinghie dello strapon, stai anche indossando quei guanti che ami, neri, lucidi e che ti danno eccitazione.
Mi strattoni il guinzaglio, mi tiri verso te, un cane verso la sua Padrona, un cane verso la Signora che lo nutre e che lui ama.
Mi afferri i fianchi, sento la presa, ferma, energica, ma non cattiva e mi abbandono.
Non è dolore, non cattiveria, è altro che ora non so..!
Chiudo gli occhi, un mugolio esce dalla mia bocca attraverso dalla palla, un rivolo di bava cade sul lenzuolo.
Una spinta più forte delle altre mentre con le mani mi tieni fermo: ” SEI MIO! ”
“Sono tuo mia Padrona !”
E precipito in un vortice di luce.
Ti appartengo!
Finalmente!
Il possesso.. l'emozione
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