L’8 marzo
Tra 7 giorni è l’8 marzo, data storica, data discussa, contestata, difesa, amata, derisa, abbracciata, ridicolizzata, osannata.
Sentimenti e opinioni diverse anche proprio tra le donne. Una data forse da ristudiare per capire quale significato darle nel 2007, al di là delle mimose.
Se il Natale è occasione per pensare a chi non ha, ben venga il Natale.
Se l’8 marzo è occasione per la donna di essere più se stessa indipendentemente dall’uomo, ben venga l’8 marzo. Questa ricorrenza è anche un modo per sentirsi più libere, per essere e sentirsi più spregiudicate e molte donne la colgono per approfittare di festeggiare in modi in cui l’uomo non c’è proprio oppure è solo un oggetto e strumento di piacere. (si vedano le foto)
Anche una uscita trasgressiva va infatti, secondo me, nella direzione giusta. E un appropriarsi di spazi di svago, di divertimento autonomo, di non dipendenza dall’uomo. Da “lui” – come sempre viene definito nel chiacchiericcio femminile.
Capire che se lui c’è, è un pari grado. Metabolizzare questa convinzione. Farla capire a lui. Fargliela metabolizzare. E se non capisce e non metabolizza … un forte ball busting. Molto forte.
E tutto questo indipendentemente da ruoli, siano essi vanilla, da Mistress o anche – et a maggior ragione – da slave.
Temo che molti 8 marzo debbano ancora passare.
Ben buffo che questo sia pensato e detto da un Master convinto, non vi pare?
L'8 marzo
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