MASTURBAZIONE AL TELEFONO

Mi preparo per la masturbazione.
Ne ho voglia, è dall’ultimo incontro in cui Lui mi ha torturato a lungo la figa che desidero masturbarmi.
Da allora l’ho sempre avvertita dolente e pulsante, pulsante di un desiderio che non potevo soddisfare proprio per il dolore che mi impediva di toccarmi.
Potevo solo sfiorarmi.
Ma ora è il momento.
Lui lo sa, Lui lo vuole, Lui me l’ha ordinato: ” Appena puoi ti masturberai”.
Sono già eccitata al solo pensiero.
Preparo tutto: mollette, vibratori anali e vaginali, plug, clamps dentate, lubrificante…e mentre preparo l’eccitazione sale.
Mi spoglio, e penso a quando Lui mi fa spogliare.
Ora sono nuda, mi sfioro i capezzoli, li premo dolcemente alla base, provocando un ‘immediato aumento dell’eccitazione.
So che Lui vuole il dolore, mi devo fare male, stringere come mi stringerebbero le Sue mani.
Stringo piu’ forte – mai come sa fare Lui – ecco, ora è arrivato il dolore.
Sono pronta.
Entro nella vasca da bagno, ho messo degli asciugamani per non sentire il freddo della vasca, mi metto comoda.
Gambe spalancate, sollevate e appoggiate ai bordi.
I miei giochini vari sul bordo, una sedia vicinissima.
La radio è accesa, la porta chiusa a doppia mandata.
Sono in casa sola ma non si sa mai… qualche rientro non previsto.
Preparo il telefono col Suo numero impostato, quando sarà il momento dovrò solo premere il pulsante per chiamare. Metto già l’auricolare.
Lo chiamerò mentre sto già godendo, in modo che senta subito i miei gemiti.
Mentre godo ma non ancora all’apice del piacere.
Le mie mani scendono a sfiorare la figa, delicate.
Metto del lubrificante, lo faccio scivolare in abbondanza.
Una mano sale ai capezzoli, li accarezza, prima uno, poi l’altro.
Penso alla Sua voce che mi dice di farmi male, e stringo.
Lascio e stringo, poi lascio e stringo piu’ forte, ancora di piu’…
Stringo piano il clitoride, è ancora sensibile per il Suo trattamento.
Sono eccitata, ho voglia di dolore, ma di quel dolore che mi sa dare Lui.
Prendo il vibratore, un perfetto fallo rosa, morbido, ed inizio a sfiorarmi, con una mano tengo ben aperte le piccole labbra, in modo che il clitoride sia ben in evidenza.
Premo e titillo…
Sollevo il fallo di gomma e lo guardo…penso al Suo cazzo, lo vedo nella mia mente, e mi viene voglia di leccarlo, di prenderlo in bocca, e così lecco il fallo rosa, lo circondo con le labbra, lo sfioro coi denti…
Poi afferro il vibratore anale, fatto di diverse sfere unite da un trattino e lo inserisco: prima sfera, ecco solo un po’ di dolore nello sforzare lo sfintere, poi seconda, terza, quarta sfera.
La fantasia vola, l’eccitazione è alta.
Mi metto 2 mollette ai capezzoli. Lui mi sa punire come merito, Lui mi sa umiliare.
La mano riprende col vibratore sul clitoride, preme, sfiora, circoscrive e il piacere sale, sale.
Mollette ai capezzoli, vibratore anale, vibratore al clitoride.
Prendo un altro vibratore, blu, il “delfino”, e lo inserisco in vagina.
Lui conosce la mia lussuria, per questo mi punisce.
Inizio a gemere, le fitte di piacere sono forti, la figa si contrae, e non solo quella, tutto si contrae, il vibratore in vagina esce e lo reinserisco.
L’ultima volta Lui ha inserito una spazzola qui, premendo, schiacciando, facendo male.
Sì, sì sì, voglio il Suo male.
Schiaccio il pulsante. il telefono suona…
” Pronto?”
La mia risposta è una voce interrotta dai gemiti, che dice ciao.
In sottofondo la radio accesa, ed il rumore dei vibratori.
” Ti stai masturbando”
Non so se è una domanda o una affermazione, sono tutta presa dalle mie sensazioni.
A fatica rispondo sì, ma Lui vuole che sia precisa, devo dire cosa sto facendo.
” Sì, mi sto masturbando”.
Chissà perchè provo sempre un certo imbarazzo nel dirlo.
Devo dirgli come sono: nuda, nella vasca da bagno, a gambe spalancate e sollevate sui bordi, con inserito un vibratore anale ed uno in vagina.
Un altro l’ho in mano e ci sto giocando sul clitoride, le mollette ai capezzoli.
Mi sento oscena nella mia descrizione.
Lui è soddisfatto, ed eccitato.
Mi dice di togliere le mollette e di accarezzarmi i capezzoli, mentre continuo con il fallo.
Un dolore vivo quando allento le mollette, poi il piacere delle mani che placano il dolore, che accarezzano.
” ORA STRINGI FORTE”
Ecco, il comando che in fondo aspettavo e temevo.
Stringo, stringo forte, mi faccio male.
” PIU’ FORTE!”
Stringo ancora di piu’, fino a lamentarmi, il dolore aumenta. Lui vuole sentire il miei lamenti, riconoscerli.
Anche l’eccitazione aumenta, gemo e mi lamento nello stesso tempo.
Lui mi dice quanto me li stringerebbe se fosse con me, come userebbe le unghie.
Il piacere aumenta ancora, godo in un lungo piacere pre-orgasmico, la figa si contrae.
I miei gemiti si fanno piu’ alti, piu’ lunghi.
Le sue parole, carezze per il mio cervello.
Ora mi sta dicendo come mi deve punire, quanto io sia lussuriosa, come la frusta sia la giusta pena per me.
Desidero ogni cosa che mi dice, mi vedo legata, sotto la frusta, mentre la mia mano continua a masturbare il clitoride.
Il piacere sale, gemo forte, un lungo gemito, poi un altro e un altro mentre la figa, l’ano, tutto si contrae.
Il vibratore che era in vagina esce, espulso fuori, stessa cosa per quello nel culo. Continuo a gemere e rimetto i vibratori al loro posto.
” CONTINUA A MASTURBARTI!”
” Il dolore sarà adeguato al tuo godimento di adesso, i colpi quanti i tuoi gemiti, o forse il doppio, o il triplo, ora godi ma poi piangerai e mi supplicherai…”
Il piacere riprende subito, amplificato dalle Sue parole, dalla mia mente che vede quello che dice, dalla fantasia che vola in scene che ho pudore a raccontare anche a Lui…
La mia mano sfiora, preme, titilla, appoggia. Il vibratore, per quanto vecchio fa ancora il suo dovere.
” Ahhhmmhhh ahhhmmmmhhhhhhh basta per favore, fammi smettere”.
I miei gemiti ancora piu’ forti, piu’ ravvicinati, sento ancora il piacere che monta forte, e poi ancora e ancora mentre lui mi parla.
Piacere fortissimo, le contrazioni mi provocano una involontaria perdita di pipi’, che lui conosce bene.
Urlo quasi silenziosamente il mio piacere, ansimo, gemo, gli dico che mi sono bagnata di pipì, cerco una pausa per rallentare il respiro, per fermare la testa che mi pare giri, per capire dove sono, per rimettere in vagina quello che è uscito…
” Ora godi, ma poi soffrirai…”
Lui riprende a parlarmi…io sto cercando di riprendermi, sudata, il cuore a 1000, il respiro che sembra spaccare polmoni.
RIPRENDI A MASTURBARTI”
Gli chiedo di non farmi riprendere, di farmi riposare, ho goduto moltissimo, il clitoride si fa risentire per la stimolazione…
” RIPRENDI A MASTURBARTI!”
Riprendo, piano.
Appoggio piano, poi aumento.
Non so descrivere quello che provo, ora freme tutto, vibra tutto, labbra, clito, vagina, ano, pancia.
Lui mi parla ancora.
Gemo, gemo, ansimo e gemo, mentre Lui ancora mi parla, ancora mi dice quel che mi farà, le punizioni che mi merito.
La mia mano continua, la mia mente vola.
Sì, mi merito la frusta, la frusta mi rende docile, la frusta libera la mia vera natura. La desidero fisicamente.
Ed io mi vedo, sotto la frusta, colpita, urlante, violata da estranei, usata per il Suo piacere e quello di altri.
Ed il mio piacere, mai terminato aumenta ancora, tocca vette altissime, ho paura di quel che sento, penso che non riuscirò a sopportarlo, mi viene da pensare – e da dire- che muoio.
” Oddio muoio” queste sono le parole che mi escono, neppure chiare fra i gemiti, ormai neppure piu’ gemiti ma versi disarticolati, versi animali che fanno paura anche a me.
Non sopporto tutto questo piacere, è troppo forte.
Lui mi parla ancora, eccitato, io ancora muovo la mano, e tutto si contrae: la gola, che fa uscire ancora quei suoni animali, lo stomaco, che pare rivoltarsi, il torace, e mi sembra si blocchi anche il respiro, la pancia, il pube che sembra arricciarsi da dentro, tutto sembra arricciarsi da dentro insieme alla figa, al perineo, all’ano…
“Aiuto”..imploro aiuto mentre arriva un orgasmo che davvero mi fa pensare che morirò, le contrazioni sono intensissime, vanno oltre, sembrano spinte da parto, sono spinte come quelle del parto, e tutto viene espulso con violenza: pipì, vibratore dalla vagina, vibratore anale, persino feci… io urlo, non posso trattenermi, non posso fare altro che urlare, urlo silenziosamente, sconvolta dall’intensità, e poi non c’è piu’ nulla da espellere ma ancora il piacere continua, le contrazioni continuano e sono esausta, ho l’immmagine di Lui, le Sue parole e non so parlare, non so pensare, so solo godere e ansimare, pensare che no, non sono morta, e godere e gemere, godere e ululare come un animale…il Suo animale…
Dafne

Tags: No tags

3 Responses