Sono nuda sotto.
Come lui mi ha chiesto.
Mi sono sbarazzata della biancheria quando mi ha telefonato.
Ero in ufficio.
Avevo riconosciuto il numero del suo cellulare e quando ho risposto speravo avesse per me quelle attenzioni a cui mi aveva abituata.
Ma sono in punizione.
è stato freddo.
mi ha detto quello che doveva e ha riagganciato.
lasciandomi sola.
Ho aspettato le dieci, l’orario stabilito e mi sono alzata dalla mia scrivania.
Ho preso la borsa e sono andata in bagno.
Lì ho sfilato i jeans e poi ho tolto il perizoma.
L’ho leccato al centro come mi è stato detto di fare ogni volta che mi spoglio o mi cambio.
Sapeva di me.
Sono nuda sotto.
Come lui mi ha chiesto.
Mi sono sbarazzata della biancheria quando mi ha telefonato.
Ero in ufficio.
Avevo riconosciuto il numero del suo cellulare e quando ho risposto speravo avesse per me quelle attenzioni a cui mi aveva abituata.
Ma sono in punizione.
è stato freddo.
mi ha detto quello che doveva e ha riagganciato.
lasciandomi sola.
Ho aspettato le dieci, l’orario stabilito e mi sono alzata dalla mia scrivania.
Ho preso la borsa e sono andata in bagno.
Lì ho sfilato i jeans e poi ho tolto il perizoma.
L’ho leccato al centro come mi è stato detto di fare ogni volta che mi spoglio o mi cambio.
Sapeva di me.
il mio sapore lo amo, mi piace.
sa di buono.
ho reinfilato i jeans e poi ho tolto anche le calze.
Ho rimesso le scarpe da ginnastica.
il reggiseno non lo porto mai.
amo che la gente mi stia a guardare.
mi piace che restino a guardare i capezzoli che si ergono contro il tessuto della camicia. Sono tornata alla mia scrivania.
All’inizio non mi era chiaro perché, sapendo che mi avrebbe fatto sfilare le mutandine, mi avesse fatto indossare i jeans la mattina.
Poi lentamente ho capito.
Ad ogni movimento sento il sesso che sfiora contro il tessuto rude dei calzoni.
Come mi ha chiesto ho cont
inuato a lavorare senza scarpe.
le punte dei piedi sul pavimento fresco.
mi abbasso per raggiungere una pratica poco più in là.
il clitoride sfrega di nuovo contro la stoffa dura. chiudo gli occhi e mi mordo le labbra. vorrei stare composta come so che devo…
ma non posso non pensare alle corde della stessa ruvidezza con le quale mi martoriava le labbra gonfie del sesso neanche due giorni fa.
Legata con le gambe larghe e i polsi stretti in una morsa fortissima.
la pelle segnata, la carne costretta da quei legacci di canapa.
si divertiva a tirare la corda che mi tagliava in due la seconda bocca. tirava e il movimento che si ripercuoteva tra le labbra bagnate strofinava e aumentava il mio piacere.
Ci sarebbe voluto pochissimo per venire.
ma ogni volta si interrompeva. con la cera bollente raffreddava le mie voglie, riversandola sui miei capezzoli…
e poi lentamente iniziava daccapo.
chiudo il faldone che ho davanti.
mi poggio contro lo schienale e sollevo le gambe poggiando i piedi sulla scrivania.
Sono sporchi, come mi sento io adesso che sto mancando di nuovo alla promessa data.
Vorrei che qualcuno si prendesse cura di me adesso.
vorrei un uomo che mi mordesse i seni mentre le mie mani senza rendermene conto sostituiscono i suoi denti.
Vorrei una ragazza che mi nettasse le piante dei piedi…e li sento strofinarsi tra loro.
Poi socchiudo gli occhi e li vedo allontanarsi l’uno dall’altro e allargo le gambe in una posa da puttana. come vorrei essere adesso.
Voglio un uomo che mi lecchi mentre lentamente mi sbottono i jeans e mi sfioro.
Voglio, desidero, pretendo di essere riempita.
di essere usata come un oggetto come mi sento mentre con le dita entro in me.
sono bagnata ma non voglio venire.
il mio respiro è affannoso, le mani che mi toccano adesso sono due. entro ed esco e intreccio le dita tra loro e mi sento bagnata fin quasi a i polsi e sento il piacere liquido che mi cola tra le cosce.
il mio odore mi colpisce, mi fa leccare le labbra dove vorrei poter sentire il suo sapore e ricordo il suo piacere sul viso e lecco il suo sperma, avida come mi vuole e come mi sono sempre sentita…
Nuda sotto
with
no comment