Quante belle sculacciate, Madama Doré


Prendo spunto da un commento giunto al mio intervento “La Fessée” dove in quel commento si dice che “alla base della sculacciata ci debba essere l’intento punitivo; è quello, da secoli, lo scopo degli sculaccioni”.
Io penso che la bellezza della sculacciata come pratica stia proprio nella sua varietà di sfumature. C’è lo scopo punitivo e c’è tantissimo altro.
La sculacciata punitiva esiste; ad es. un marito che prende sulle ginocchia la moglie che ha rigato tutta la fiancata della macchina entrando nel box o si è dimenticata di andare in banca per un pagamento urgente. Nel menage ossia negli accordi o meglio nella prassi tra i due è previsto che la buona armonia ritorni non dopo una discussione e musi lunghi ma dopo un “regolamento di conti” seduta stante. Ossia lei sulle ginocchia di lui e popò fatto rosso fuoco. Magari anche una buona serie di colpi di cinghia dei pantaloni. Lei che sfila lentamente la cintura dai pantaloni di lui e gliela porge, con gli occhi bassi, consapevole di meritare la punizione.
Ma questa casistica è piuttosto rara, direi da lettera al direttore di qualche rivista dedicata alla sculacciata. Molto adatta ad accendere la fantasia di chi legge, ma poco aderente alla realtà. Oalmeno quella dei giorni nostri.
Nella pratica la punizione per una colpa che è però del tutto fittizia può essere invece il motivo per mettere qualcuna sulle ginocchia, denudarle lentamente le natiche e poi sculacciarle con un crescendo di intensità di colpi e di rimproveri fino ad ottenere, tra lacrime e suppliche, la promessa che mai più avverrà una cosa simile. Non farsi intenerire da qualche lacrima e porre la gentile signora o signorina, sul letto, metterle sotto il ventre un cuscino sì da porre in rilievo le sue natiche e poi iniziare con 12 o anche 24 colpi di “cane”. Oppure anche solo 6 ma ponendo alla poverina la domanda se preferisce 6 colpi dati con tutta la forza possibile o 24 dati in modo medio. Ahh che brutta domanda!!! Con ogni probabilità lei risponderà che non sa e con un “decidi tu”.
Per farla decidere è molto semplice. Basta darle 10 secondi di tempo e se entro quel tempo non ha deciso i colpi saranno 24, tutti fortissimi.
Non stupisca se la decisione della suppliziata è qualche volta di … tacere. Ossia di volersi prendere ed assaporare 24 autentiche stilettate le cui sensazioni dalle natiche si propagheranno fin su al cervello passando, spesso e con effetti “speciali”, da zone abbastanza vicine alla natiche!
Altre volte scelgono di scegliere così come è stato ordinato loro di fare. Apparentemente un favore, ma l’umiliazione di dover decidere il numero e le modalità dei colpi, è forte ed è spettacolo assolutamente impagabile.
Dunque un gioco di ruolo dove la sculacciata è la giusta punizione per una malefatta inventata ad arte o costruita con attenta premeditazione. Entrambi lo sanno e questo è il gioco. Il contesto nel quale si inserisce il gioco può essere la casa (marito che castiga la moglie perché non ha spolverato le cornici dei quadri) oppure la scuola o collegio (istitutore ed allieva da punire perché negligente) o qualsiasi situazione salti in mente.
Ma la sculacciata è anche un piacere erotico fine a se stesso.
Non serve alcun gioco di ruolo.
La sculacciata come preliminare nel sesso.
-“Tra poco ti sculaccerò, voglio sentirti fremere, voglio baciare le tue natiche calde e leccare le tue lacrime. Voglio sentirti supplicare di smettere e sai che io continuerò”
-“Guai a te se ti fermi, è giusto che mi sculacci e non preoccuparti se mi fai male. Sì sculacciami, sculacciami. Poi ti voglio sentire dentro di me, forte.”

Il dialogo va avanti in un crescendo di parole sempre più esplicite man mano che cresce l’eccitazione sessuale. Se lei è di traverso sulle sue ginocchia sente premere sul suo ventre qualcosa di molto duro. Lui sculaccia, ma ogni tanto la mano accarezza quella pelle calda e s’insinua tra le cosce in un veloce passaggio dove tutto è ancora più caldo ed umido. E poi ancora a battere.
Il desiderio della sculacciata pervade entrambi con lui che assapora il piacere di percuotere quel culetto che diventa sempre più rosso e che la fa dimenare ed implorare. La sente più che mai “sua”. Percepisce anche il suo abbandonarsi a lui e a ciò che lui vuole fare di lei. Intimamente tutta sua.
Lei che pure ha paura del dolore e detesta la violenza, soprattutto quella sulle donne, si abbandona e desidera sentirsi trattata come una bimba mocciosa che fa i capricci. Sente le natiche calde e brucianti e dopo il dolore del colpo si rilassa subito per sentire il successivo. Spera che non arrivi mai, ma nello stesso tempo lo vuole e sarebbe delusa se lui ora si fermasse. Vuole prolungare questo rito fino a giungere al culmine del desiderio. Mentre la sculacciata prosegue i suoi pensieri vanno, vanno lontano, un grande salone di un bagno turco illuminato da fiaccole. Lui è seduto su un trono con una schiava ai suoi piedi che lo accarezza. “Chi è quella puttana? Poi la concio io per le feste a quella puttanella da 4 soldi!”
Tre o forse quattro uomini con solo un piccolo straccio ai lombi si alternano a sculacciarla mentre lei è distesa su una specie di morbido lettino, stretto e con un rialzo nella zona centrale del ventre in modo che il suo culetto sia in rilievo.
La fantasia galoppa e il trip si complica con sessi in erezione che lei deve soddisfare per ordine di lui che nel frattempo viene accarezzato in modo sempre più intimo da quella puttanella.
Lei, occhi chiusi, la fantasia va, corre sempre più sfrenata, i suoi pensieri che lui mai conoscerà. Ma tra qualche istante entrambi beneficeranno della sculacciata, delle segrete fantasie sfrenate, delle carezze e del dimenarsi di lei su di lui sotto l’imperversare dei colpi.
Sculacciata senza pretesto, senza motivo, nessuna punizione, nessun rimprovero né vero né finto. Solo un gioco erotico legato al sesso.
La sculacciata è anche ricevere le sculacciate per il piacere di riceverle. Un fatto fisico. Non è una punizione e dopo la sculacciata i due non faranno sesso (almeno tra di loro)
La sculacciata per la sculacciata. L’umiliazione di sentire un uomo che ti prende con mano decisa e ti mette nella posizione che lui preferisce. Forse sulle sue ginocchia e forse su un letto o forse in piedi ed appoggiata con il ventre ad un imbottito cavalletto. L’umiliazione di sentire che si impossessa dei tuoi indumenti e ne dispone come vuole. Abbassa pantaloni, tira su gonne, abbassa mutandine mettendo a nudo le natiche che hanno un brivido che però dura poco. Un ciaff risuona nella stanza seguito da tanti altri.
“Cazzo ma perché mi faccio sculacciare?? Ora mi tiro su e tutto finisce qui. Che pagliacciata”
I colpi cadenzati cadono uno dopo l’altro mentre la pelle si fa sempre più calda e rossa.
Nessuna si muove dalla posizione assegnata. Altri pensieri arrivano a scacciare quelli del giudizio moralistico e sono voglie di essere sculacciata, di prenderle, “sì, è giusto che io sia sculacciata, me lo merito”. Leggeri movimenti delle gambe sottolineano i colpi più forti. Ed anche qualche mugolio.
Tutto prosegue perché il fascino della sculacciata prende e strega.
Esiste dunque anche la sculacciata per la sculacciata, per il piacere del rituale umiliante che precede i colpi e soprattutto per quelle sensazioni di un dolore che è così strano, atipico che è impossibile non restarne affascinate e spesso confonderlo addirittura con il piacere.
Sculacciata magica, punitiva, erotica, umiliante, bizzarra, estenuante, intima, piacevole, sensuale, dolorosa. Che annienta e che inorgoglisce.
Chi la riceve non è più la stessa persona di prima. E’ una iniziazione per entrare in un mondo che non è migliore né peggiore. Ma è un altro.
.

Tags: No tags

5 Responses