Scale di suggestione

Una bella donna che sale le scale. Cosa del tutto banale. Al massimo sarà un piacere guardarle le gambe o il culo se il tipo di vestito consente di immaginare e far lavorare la fantasia.
Ma qui, in queste foto, il messaggio è molto più esplicito.

Mi sono sorpreso a vedere quante suggestioni diverse può indurre la visione di una donna che sale delle scale dentro quelle dinamiche SM che bene conosciamo.
Dinamiche … situazioni …

Con il cuore in gola la fanciulla sale tenendo in mano lo strumento del suo supplizio. Lo dovrà consegnare al suo Padrone quando egli salirà al piano superiore dove c’è la stanza dedicata alle punizioni corporali. Il Padrone quando salirà ? Questo non si sa. Per ora sta fumando un buon sigaro leggendo il giornale e sorseggiando un mezzo bicchierino di Macallan, quello invecchiato solo 12 anni per non dissanguarsi con quelli stravecchi.

Lui non ha fretta. Lei è già salita e dal salone ha potuto gustarsi la scena delle sue natiche ancora intonse mentre faceva i gradini.

Salire le scale con i segni molto evidenti della punizione. Lui ha l’abitudine di dedicarsi alle punizioni stando nell’ampio salotto pieno di libri, di pipe, di luci da tavolo, una soffice moquette del Galles che in questo caso vien utile per non far raffreddare i piedini di lei mentre lui amministra il cane incurante dei suoi gemiti, sospiri, suppliche.

Ed eccola andare nella sua stanza al piano di sopra. Dormirà con il culo nudo stando sulla pancia.

Lui tra qualche ora andrà a vedere i risultati del suo lavoro. Accarezzerà e poi … non si sa.

Un giorno è successo che lui punisse anche la cugina di lei, in visita per qualche settimana. In due salgono le scale pensando che è finita la parte dolorosa e inizierà tra poco quella piacevole, nel letto, abbracciate e con la assoluta necessità di … consolarsi a vicenda.

Il (poeta) Parini parla di scale e di quanto sia, in certi casi, amaro salirle. Sembrerebbe anche qui perchè un guinzaglio deve tirare lei su per le scale. Amaro è anche doverle salirle a 4 zampe. Più che amaro è umiliante ma l”umiliazione è sorella dell’eccitazione, non è vero?

Le scale si salgono e si scendono. Che impatto vedere lei con indosso uno strapon che scende dalla sua stanza dove si è preparata. Lui, poverino, è giù che attende, già nella posizione giusta per essere penetrato.

Le scale talvolta portano nei sotterranei. Di un castello? Di un’antica villa? Di una vecchia chiesa semi abbandonata? Scendere quelle scale vuol dire non tanto subire una cocente punizione in una stanzetta della cantina quanto essere trascinata in una sala piena di attrezzi tremendi, illuminata dalle torce per essere sottoposta alla tortura.

E c’è chi approfitta delle scale per fare dell’esibizionismo spinto e molto esplicito (per es. sedersi e mostrare che non si portano le mutandine) o comunque divertirsi a salire facendo ondeggiare le natiche nude ben sapendo di avere lì puntati occhi pieni di desiderio.

Salire con lo strumento in mano. Un frustino, una spazzola, un paddle. Indifferente. Importante è che al piano di sopra ci sia chi aspetta con paura mista a eccitazione la Mistress che, con molta calma, sale e si pregusta gemiti, pianti, suppliche. Ossia musica per le sue orecchie.

Forse, ai piedi della scala c’è un altro schiavo legato al corrimano. Lì è e non si può muovere e ciò che è peggio è il non sapere se anche lui verrà punito oppure come punizione estrema …. ci sarà la non-punizione. Sarebbe tremendo. Meglio neppure immaginare una cosa simile. Meglio guardare da sotto la Regina che con tanta flemma sale le scale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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