Molto e’ stato scritto circa l’essenza di Master o di Slave,quasi come se fosse una caratteristica innata dell’individuo.
Non sono in grado di dire se cio’ corrisponda a verita’ o meno , posso comunque affermare che la presa di coscienza e l’ammissione , davanti a me stessa, dell’ essere Slave e’ stata abbastanza difficile, passata come e’ tra varie fasi: un po’ come le fasi del lutto :dalla rabbia al compromesso alla accettazione.
Lo stesso mio modo di concepire il bdsm ha subito varie evoluzioni in tempi abbastanza ristretti. Avevo sempre pensato che, al di la’ di certe pulsioni masochistiche che avevo ben presto iniziato ad avvertire, la storia finisse lì.
Non mi aveva mai minimamente sfiorato l’idea di bdsm come appartenenza totale e l’idea di dominazione addirittura mi ripugnava. Casomai, pensavo, ero io quella che, al di la’ della pratica meramente fisica, avrebbe dominato.
Avevo ,insomma,verso il bdsm ,un approccio molto superficiale . Inoltre ,nei miei rapporti personali e sociali ,nella conversazione ,negli scambi dialettici ,non mi capitava mai di sentirmi dominata da qualcuno ,a meno che non si fosse trattato di un maestro o comunque di una persona che ,per così dire , “istituzionalmente” , ricoprisse un ruolo tale.
Ma nella vita le cose non sempre vanno come credi. A volte ti capita di incappare ,in maniera assolutamente inaspettata ,in qualcosa o in qualcuno che ,in maniera franca ,quasi brusca ,senza tanti giri di parole ,metta a nudo un aspetto della tua personalita’ :il tuo essere Slave.
Quando e’ capitato a me non l’ho presa bene ,anzi dubito che avrei potuto prenderla peggio. Innanzitutto e’ stato traumatico il fatto che vi potesse essere qualcuno che mi dominasse da un punto di vista psicologico.
Ne e’ scaturita una ribellione verso questo “nemico” (colui il quale mi si proponeva come Master) ,sconclusionata ed infantile.
Dubito che in vita mia abbia mai agito in maniera così irrazionale ,disordinata ,illogica ,contraddittoria ,umorale.
Mi ribellavo ed attaccavo chi era inattaccabile :ovvero chi mi aveva
urlato in faccia questa verita’ da me rifiutata. Io , riluttante Slave , combattevo il Master come fosse stato un nemico.
Alla fine ho “vinto” la guerra ,ho allontanato da me il “nemico” e, troppo tardi ho capito quanto dolce sarebbe stata la sconfitta : l’arrendersi a lui ,l’abbandono completo ,il riporre la piu’ assoluta fiducia in lui.
Ed ora immagino i gesti quotidiani scaturiti da una intesa perfetta : porgergli i polsi affinche’ te li leghi prima ancora che te lo chieda ,portare visibili sul corpo i segni indelebili del suo appartenergli ,guardare con gioia quelli dolorosi della sua dominazione ,stare in ginocchio ,i polsi legati dietro la schiena ,accanto a lui ,osservandolo assorto in qualche compito ed i tanti,
tanti altri che lui avrebbe pensato.
Infranto il sogno con questa persona,chissa’ se mai mi capitera’ di vivere in un abbandono così incondizionato ad un altro essere umano che neanche
le storie d’amore piu’ profonde sanno offrire.
“Alla fine ho “vinto” la guerra ,ho allontanato da me il “nemico” e, troppo tardi ho capito quanto dolce sarebbe stata la sconfitta” A volte nemmeno noi sappiamo cosa è meglio per se stessi e non tolleriamo che la soluzione ci venga da qualcun altro…se non quando viene a confermare la risposta che già ci eravamo dati in cuor nostro…Grazie Alessandra per la dolcezza con cui hai saputo dar voce al travaglio interiore in cui molti di noi si saranno certo riconosciuti, feetslave973
ciao alessandra.. conosciamoci ..capirai solo dallo sguardo e dal provare le emozioni se chi hai davanti è cio che ti dara i brividi..
io voglio conoscerti ..la mia email c’e quindi sta a te a tirar fuori un po di coraggio e contattarmi.. ti aspetto
Non posso non ringraziare per le parole di commento ma,riguardo alla conclusione del pezzo,non vorrei che si fraintendesse il messaggio.Rimpiangere un qualcosa che e’ sfumato non significa necessariamente cercare di ripeterlo.Ritengo infatti che le cose della vita che sono destinate a lasciare un segno sono caratterizzate dalla loro unicita’ e dalla loro accidentalita’.
anch’io mi sono scoperta da poco slave… e anch’io ho mandato via il mio master… ti sono vicina perchè capisco quello che provi
Bluindia, sei un fesso.
Ciao Alessandra,
quanto hai scritto e quello che precisi nel tuo post mi hanno in qualche modo colpito. Ed aggiungo qualche parola. E’ vero, come tu dici che le cose della vita che sono destinate a lasciare un segno sono caratterizzate dalla loro unicità e dalla accidentalità. Allargherei il discorso, non si tratta solo di slave e master, si tratta di rapporti, rapporti umani, sempre auspicabili e desiderati, ma chissà perché poi all’atto pratico difficili da vivere serenamente. Tutti sempre di corsa, avanti verso non si sa cosa, ed invece poi ci si accorge che non si va affatto avanti, si gira il cerchio. La capacità di vivere il presente, sino in fondo, rovinata dal pensiero del futuro. E il rimpianto, poi. Ma se tutto è dominato dal caos e dal caso, è inutile cara Alessandra crearsi preclusioni, tipo no grazie, già visto. Perché il caos e il caso non conoscono queste parole. Ed ogni volta ci sorprendono, quando meno ce l’aspettiamo. Inutile chiudere le finestre, meglio lasciarle aperte alla possibilità. Avanti, con il cuore…
cara Alessandra
bisogna andare sempre avanti per il nostro sentiero.
camminando per sentieri tortuosi alcune volte si incontra lo stesso paesaggio. si è lo stesso ma è cambiata la luce e l’angolazione, puoi notare cose che prima non avevi visto.
non chiudere gli occhi perchè l’hai gia visto,riguardalo. godine ancora.
Truciolo
Grazie anche a te per le belle parole.In linea di principio non mi precludo niente per il futuro,sara’ quel che deve essere.
Quanto coraggio che hai a riconoscere il tuo..sbaglio.. brava, Complimenti.. ti sono vicino..