Sono circa tre anni che, grazie alla cortesia di Fulvio Brumatti, BloGabbia ospita i miei articoli sulla correzione corporale Men2Men. A questo punto del mio percorso ritengo utile tirare qualche somma. Sin nel primo articolo spiegavo che la mia scelta di target corrispondeva a una specie di scommessa, cioè la corretta identificazione da parte mia di una nicchia di domanda potenziale cui non vedevo adeguata risposta né tra gli annunci Men2Men né tra quelli Spanking, specificando che la scelta non era motivata da ragioni di interesse sessuale, vista la mia natura etero. Tratteggiavo anche alcune “categorie tipiche” tra i rispondenti ai miei annunci. Rispetto ad allora, la mia esperienza pratica è più che raddoppiata e ad essa si è aggiunta un’interessante e stimolante corrispondenza epistolare (commenti e email private) tra me e il “lato della domanda”.
Oggi, con più di 40 allievi trattati e un numero di proposte ricevute che sfiora il migliaio, ho più elementi per circostanziare la mia esperienza e integrare i miei commenti di allora.
Disciplina domestica strictu sensu. Nel mondo degli annunci di Gabbia, il numero di coloro che cercano un servizio correzionale puro non è elevatissimo. Si tratta pur sempre di bei numeri, superiori alle mie aspettative iniziali, ma che conservano la qualità di fenomeno di nicchia. Del resto, la cosa è facilmente spiegabile: i miei allievi devono aver compiuto un percorso personale specifico, intimo, che li ha portati a diventare i primi severi giudici di sé stessi, tanto da percepire il bisogno di venire corretti come una priorità che fa premio su altri tipi di stimoli. Il generico schiavo, il servo sessuale o l’aspirante domestico desideroso di umiliazioni trovano vie di soddisfacimento più agevoli di quella che passa per il mio servizio, il cui accento è precipuamente punitivo. Direi quindi che se il bisogno di sottomissione è una componente significativa nel mondo Men2Men, il carattere correzionale della stessa è molto meno diffuso.
A latere e di conseguenza, continuo a osservare un gran numero di risposte completamente fuori contesto rispetto ai miei annunci, e ciò nonostante il mio punto di vista sia ormai noto. Chi mi contatta molto spesso si è già girato il film nella sua testa: mi scrive gente che chiede di essere crocifissa, o imprigionata con tanto di divisa da carcerato, o sodomizzata e abusata davanti a una platea di osservatori, o venduta a caro prezzo in qualche sordido locale. Mi domando quanto ciò non renda l’intero mondo degli annunci una specie di terno al lotto, o una Torre di Babele, visto che nessuno legge le istanze altrui, o non sa capirle. Credo che se ci fosse più “cultura bdsm” e non si tendesse a fare di ogni erba un fascio, molti capirebbero ex ante quanto è distante quel che vogliono loro da quanto propongo io, e si risparmierebbero di scrivermi.
Tra gli aspetti che in origine non avevo previsto, ce ne sono due di particolare rilievo. Il primo riguarda la richiesta di consulenze. Privatamente mi hanno scritto sia master desiderosi di confrontarsi su di un piano di parità, che aspiranti padroni alle prime armi, che schiavi di qualcun altro che volevano solo consigli o ispirazioni per i loro dom. In genere, rispondo con cortesia pari a quella usata nei miei confronti, ma faccio osservare che in questo campo aver bisogno di un suggeritore fuori scena è il primo passo verso il disastro: nessuno può (o dovrebbe) entrare in dinamiche che dipendono esclusivamente dagli attori coinvolti. In un caso mi ha scritto un’aspirante mistress, che ho anche incontrato di persona, disposta a seguire (e pagare!) un “corso di dominazione” che avrei dovuto tenere a suo beneficio. Persona gradevole e di buon livello culturale, credo abbia abbandonato il progetto per le difficoltà organizzative che la sua attività di mistress avrebbe comportato, soprattutto per i rischi connessi alla privacy.
L’altro aspetto imprevisto della mia attività consiste nella candidatura di allieve (femmine). Quest’evenienza, benché verificatasi raramente, mi ha colto completamente di sorpresa. Il servizio che offro è destinato ai maschi, non tanto per i contenuti tecnici quanto per il contesto relazionale che implica. Non avrei mai immaginato esistessero donne con un’organizzazione mentale che consenta loro di trarre soddisfazione da un incontro disciplinare con un perfetto sconosciuto. Attribuisco queste candidature non tanto alla mia capacità di poter rispondere esaustivamente alle istanze che le sottendono, quanto alla mancanza di proposte più adeguate della mia. I due casi che mi sono capitati non sono giunti a concretizzarsi in una sessione, perché ho lasciato perdere ben prima: le due signore mi sembravano decisamente confuse e intimamente fragili e sono certo che in realtà cercavano tutt’altro da quel che dichiaravano di volere.
Anche queste situazioni mi hanno fatto riflettere sulla difficoltà di incontro tra domanda e offerta, che si può interpretare anche come “il problema delle ragioni profonde”. Sono convinto che la gran parte dei frequentatori del mondo bdsm si limiti a navigare in superficie, dove invece il proprio interesse è radicato in pulsioni assai più profonde, articolate, a volte contraddittorie. Sono persuaso che le sessioni, le feste, i convegni e quant’altro rappresentino solo occasioni per sfiorare il bersaglio, non per centrarlo. Non perché non forniscano stimoli, ma perché questi vengono troppo spesso colti come risposte piene ed esaustive, cosa che palesemente non possono essere, mancando tutta la componente elaborativa dell’esperienza. Il bdsm “pubblico” è uno spunto, una traccia, come il menù del ristorante. Ma se nessuno si sazia leggendo un menù, sembra che molti credano che nell’esercizio – osservato o praticato – delle tecniche si possa trovare una risposta soddisfacente e definitiva al proprio modo di essere.
Sessioni multiple. I miei annunci sono rivolti a singoli, ma più di una volta sono stato incoraggiato a organizzare sessioni multiallievo o multieducatore (meglio: con miei potenziali assistenti). La cosa si è rivelata più complicata di quanto sembri. Ricordo con particolare fastidio un tizio molto insistente, che voleva a tutti i costi farmi da vice, e che mi scriveva ripetutamente, invocandomi questo favore di cui mi sarebbe stato per sempre grato. Quando finalmente sono riuscito a organizzare con un allievo una sessione “assistita”, a un’ora dall’appuntamento il sedicente assistente si reso irreperibile. Questi li chiamo “cazzari”, e purtroppo devo dire che il mondo bdsm ne è pieno fino all’orlo.
Sempre in merito alle sessioni “con pubblico”, mi sarei aspettato che prima o poi qualche dom mi avrebbe contattato per far punire il suo sub alla presenza del padrone. Ma la situazione non sembra essere granché nelle corde dei nostri amici dominatori. Le poche proposte in tal senso le ho ricevute dai sub, ma poi evidentemente i loro padroni/e si sono tirati indietro, ammesso che l’intraprendente sottomesso gliene avesse parlato. Fatto sta che l’unica situazione concreta che ho sperimentato sinora è stata quella di un allievo che mi riceveva in casa sua e faceva assistere la moglie alla sessione. Bizzarro, ma evidentemente possibile. Però forse anche logorante (per loro), tant’è che dopo tre sessioni hanno rinunciato a proseguire l’esperienza.
Distanze. Io abito a Roma, ricevo o visito a Roma. Dato che voglio intervistare de visu l’aspirante allievo prima della prima sessione operativa, Roma su Roma (e dintorni) mi sembra l’unica opzione percorribile. Nondimeno, ricevo numerose candidature da tutta Italia, isole comprese. Forse non a tutti è chiara la mia collocazione, ma molti che la conoscono affermano di venire spesso nella capitale, per i più svariati motivi. Io però sono alquanto restio ad accettare candidature “fuori porta”, perché perseguo nella mia idea che il rapporto educatore-allievo debba essere impostato sul concetto di continuità, anche se poi magari le cose in pratica non vanno sempre così. Non riesco a liberarmi dal sospetto che per gli “esterni” una visita al mio studio corrisponda a qualcosa tipo “week-end romano con distrazione”. Non mi sento un’attrazione turistica e, se devo diventarlo, pretendo di essere prima incluso nella Guida TCI.
Spirito emulativo. In questi tre anni mi sono accorto che in diverse sezioni degli annunci si sono moltiplicati i messaggi firmati da “educatori severi” o “severi educatori”: sembro aver fatto scuola, perlomeno nel nick. Questi annunci, che leggo con particolare divertimento, spesso mi strappano il sorriso di chi dietro il titolo ritrova le medesime proposte direttive e superficiali. Nel compiacermi per aver stimolato una tale pletora di imitatori, non posso non vedere ciò che – almeno all’apparenza – li distingue da me: l’attenzione per la psicologia dell’aspirante allievo.
Ma non vorrei apparire TROPPO presuntuoso: l’esperienza in Gabbia mi ha anche posto davanti ai miei tanti limiti, che all’inizio potevo solo intuire. Spesso rigetto proposte che trovo inadeguate nella forma, quando magari la sostanza e la buona volontà di chi mi contatta meriterebbero più fiducia. Attribuisco la mia fretta al fatto di leggere più o meno sempre le stesse cose, poste alla mia attenzione sempre alla stessa maniera. Invece, sul piano della conduzione delle sessioni, l’esperienza mi è stata utilissima per calibrare contenuti e modalità del mio agire. Solo una volta la situazione mi è sfuggita di mano: quando ho provocato un piccolo taglio sulle natiche di un corrigendo, con conseguente fuoriuscita di sangue e interruzione immediata – da parte mia – della sessione.
Giochiamo a nascondino. Ho notato che il numero di aspiranti allievi che “sparisce” durante lo scambio di email è aumentato. Non so come giudicare il fenomeno, se non ipotizzando che cominci a presentarsi l’evenienza di persone interessate solo a ricevere una qualunque risposta da parte mia, quasi a dimostrare che esisto veramente e non sono solo un parto della fantasia della Redazione. Per evitare perdite di tempo, ora chiedo subito la foto di “prova di buona volontà” da parte del potenziale allievo, rendendomi conto che è proprio in questa fase che molti si squagliano, adducendo i più vari e comici motivi (“non trovo un pennarello nero”, “non so usare l’autoscatto”, “mi vergogno”, “non voglio essere rintracciato”…). In proposito, devo purtroppo segnalare a mio discapito come esista una deleteria correlazione tra il possesso di un apparecchio fotografico da parte degli allievi e la probabilità che esso improvvisamente si rompa una volta che essi mi hanno contattato. Sembra incredibile, ma appena chiedo la foto…voilà!… ecco che spessissimo i delicati meccanismi elettronici degli allievi smettono improvvisamente di funzionare. Non c’è nulla da ridere: è una vera ecatombe tecnologica. Il fenomeno è allo studio degli scienziati, per approfondire l’effetto a distanza indotto dalla mia richiesta, ma qualcuno azzarda che io porti semplicemente sfiga.
A riguardo della rintracciabilità, mi sono accaduti 3-4 episodi di disattenzione da parte dell’aspirante allievo, che mi ha scritto dalla sua mail ufficiale, da cui si risaliva immediatamente a nome, cognome e indirizzo di lavoro. Ho dovuto rassicurarli di non avere la minima intenzione di rendere pubblica la loro svista, ma li ho anche redarguiti sui rischi che potrebbero correre con la loro “distrazione”, qualora incontrassero persone poco corrette. In uno di questi casi il poveretto era davvero terrorizzato, tanto da giungere a offrirmi del denaro per il mio silenzio. Spero non ci sia bisogno di sottolineare che di denaro non c’è stato bisogno.
Denaro. C’è qualcuno che, forse poco pratico del mondo degli annunci e comunque non informato sulla politica di Gabbia, mi ha chiesto “quanto costa farsi dominare da me”. La cosa da un lato mi fa ridere, dall’altra riflettere. Premesso che il mio servizio è gratuito (‘che altrimenti non scriverei su Gabbia, ma mi sarei fatto il mio bel sito web ProDom), mi sono posto seriamente di fronte all’ipotesi di un’attività semi-professionale. Credo sarei il primo ProDom in Italia. Mentirei, se dicessi che la prospettiva non ha risvolti che mi solleticano. Non per i soldi in sé, no: fortunatamente la mia vita professionale fa sì che non abbia bisogno di doppi lavori per mettere insieme il pranzo con la cena. L’aspetto stimolante sarebbe legato all’umiliazione ulteriore del corrigendo, obbligato a pagare per essere picchiato. Cornuto e mazziato, insomma – come si dice. Il grande MA, che mi fatto considerare l‘ipotesi solo su di un piano teorico, è che nella maggior parte dei casi farei la fine delle Prodomme, per le quali il confine della loro dominazione è segnato dalle preferenze dei clienti che, come tali, hanno il pieno diritto di essere soddisfatti o rimborsati. Che dominazione è, quando alla fine dei conti a dirigere la scena è il sub? Già mi vedo l’allievo pagante che mi intima “No, non voglio 30 colpi di bacchetta, ma 27 di scudiscio”. Quindi ho accantonato senza rimpianti la prospettiva di pagarmi le sigarette come Educatore Severo.
L’ultimo appunto lo voglio riservare ad un aspetto personale: la mia soddisfazione. Sono molto contento dell’esperienza che sto facendo, ma la ragione principale non è tecnica né legata al successo dell’iniziativa, bensì connessa alla possibilità di esprimere la mia personale visione del sm. Imposto e faccio le cose esattamente come voglio io, privilegiando gli aspetti psicologici, le motivazioni profonde, senza essere distratto da visioni che vanno bene per altri e che come tali rispetto, ma che a me non danno nulla. Sono attirato da un’impostazione correzionale-punitiva del sm, e quella riesco a sviluppare e sperimentare. Catene, gatti a nove code, segrete del castello, schiavi&schiave a me non hanno mai ispirato alcun tipo di interesse. Forse sono meno perverso di altri, o forse lo sono di più. Non importa, non è questo il punto. Il punto è che, proponendo la mia personale lettura del sm, vedo che a volte riesco a essere capito e seguito e che esistono altri con la stessa prospettiva, complementare alla mia. Che si può desiderare, di meglio?
Buongiorno
sono un potenziale allievo che non è stato accettato. Leggo però sempre i suoi articoli e la seguo. Sarebbero interessanti delle pubblicazioni periodiche dove si possono seguire i percorsi di alcuni allievi e il racconto di quanto succede.
Grazie
Sì, so chi sei. Sei quello che mi ha scritto: “Forse non è all’altezza di educare un allievo più maturo. Cercherò qualcuno più capace”. Mi auguro tu lo abbia trovato.
Negli articoli alterno pezzi più teorici a esperienze pratiche. Ma, se ho capito bene, tu vorresti seguire “in diretta” alcuni di essi. In effetti avevo un progetto del genere, con un aspirante allievo che mi aveva dato la sua disponibilità per foto e video, che era il primo passo per una specie di diario in divenire. Purtroppo costui è sparito, come in genere accade a quelli che da subito mostrano eccessivo entusiasmo. Aspettiamo se ne presenti un altro.
No, non ho ancora trovato. Non è facile trovare qualcuno veramente all’altezza. Così come lei, quasi tutti cercano giovanissimi perché è più facile.
Ho già spiegato esaurientemente i miei perché in più di un articolo. Se rileggi, li trovi. Voglio solo sottolineare che non cerco affatto “giovanissimi”, in quanto i 20enni mi vedono perplesso come gli ultra 40enni. In sintesi statistica: i 20enni vogliono sesso, i 40enni amano mettere i puntini sulle i e anche sulle f (come te). L’allievo più giovane che ho avuto aveva 27 anni, il più vecchio 39.
Credo che lei provvederà ad una punizione aggiuntiva per chi è stato irriverente o insistente
Comincia a fare un lavoro anche su te stesso, oltre che sugli altri. Comincia a chiederti perché “è più facile” [coi giovanissimi], ovverossia perché è più difficile coi maturi. Per la mia esperienza, è più vera questa seconda affermazione che la prima. Forse – ipotizzo – i maturi vogliono essere domati, ma non sembrano chiedersi se a qualcuno possa interessare farlo. A me, per esempio, no: non vedo il mio progetto come un rodeo. Non devo provare di essere più testardo o duro di loro. I miei obiettivi sono altri, perché lo sono le mie inclinazioni. Quindi, se osservi che per i maturi non c’è offerta, comincia a riflettere se la colpa è solo da quel lato, e non magari in qualche elemento strutturale dal lato di domanda (cioè il tuo).
Proprio ieri ho “licenziato” un aspirante 41-enne, che dopo un buon inizio ha cominciato a sottopormi istanze tutte sue: ho il mio carattere, la mia personalità, i miei desideri, i miei pensieri… come se ne dovessi obbligatoriamente tenere conto in ogni dettaglio. I giovani sono molto più flessibili, adattabili, tranquilli; non credo sia una grave colpa quella di cercare di evitare rotture di coglioni con attempati sindacalisti del bdsm, no?
Si,sono d’accordo. E’ un concetto che vale sempre. L’educatore deve fare l’educatore a pieno titolo, senza nessun condizionamento e il corrigendo non puo’ e non deve permettersi di sindacare nulla.
buonasera,
Ho letto la sua recensione, encomiabile, come tutte le altre.
Io sono slave , donna, respinta.
È comunque gradevole leggerla e sapere che c’è .
Buon proseguimento
Mi piacerebbe subire una sessione con lei, solo che sono in Romagna
Mi rendo conto che non sempre e ovunque è possibile trovare un’offerta specifica e mirata quanto la mia.
Tuttavia credo che con un po’ di pazienza, magari con un annuncio ben calibrato, si possa giungere a identificare un master/dom/quel-che-volete-voi più interessato alla disciplina che alle “segrete del castello”.
Mi è difficile credere che tra Forlì e Roma ci sia solo io. Mi è proprio difficile.
Buona ricerca.
Salve brevemente dico la mia , in Italia 85/90 x cento delle persone che vuole praticare bdsm , è un uomo il 10/15 x cento donna, tra queste togliamo una grossa percentuale che lo fa solo x soldi , risultato io sono 20 anni che nn trovo una relazione duratura con una donna basata su bdsm. Mi dicono che in Germania e in Inghilterra non è così e che parecchie donne cercano bdsm non x fare soldi facili (cioè senza rapporti sessuali) ma perché amano praticarlo.
Senza voler entrare nel merito delle idee e delle statistiche espresse, mi chiedo cosa c’entri tutto questo con quello di cui si parla qui.
Quanto mi piace come scrive!
A chi piace Tolstoj, a chi Fabio Volo.
Dopo quello che hai detto (grazie), spero a te non piaccia Volo.
Salve educatore. Mi chiamo Matteo ho 24 anni etero.
In questa calda giornata d’estate la leggo per la prima volta, sarei felice di approfondire con lei per spiegarle i motivi del mio interesse.
Salute
Come ho spiegato diverse volte sia negli articoli che nei commenti agli stessi, per contattarmi occorre e basta scrivermi alla mail: terzlternativa@yahoo.it.
Per contattarmi, scrivi a terzlternativa@yahoo.it
Ho avuto delle esperienze slave con mistress ma quello che sto cercando è un master come fare per contattarti
Buongiorno a tutti, un saluto caloroso a Fulvio & C.
Scrivo questo commento con una nota di biasimo per tutti coloro che pensano di lasciare “annunci” più che “Commenti” ai stupendi articoli pubblicati.
Con questo non voglio giudicare nessuno, ci mancherebbe!
Ho lasciato un commento qualche gg fa su articolo di Sir Stroke riguardante la “Visita Medica”, con sviluppi BDSM nn proprio legati al Clinical ma che ritengo interessanti e fantasiosi. Educatore Severo, mi piace molto il Suo articolo su un argomento che spesso viene confuso con Sesso gay (senza nulla togliere agli omosessuali!). Io sono un Master che gioca da oltre 20 anni e quando mi propongo ai miei futuri eventuali Sub, non faccio distinzioni di sesso. Maschietti e femminucce, senza tabù! Questo perché la mia eterosessualità non mi è di impedimento per sottomettere anche ragazzi (purché maggiorenni) ed uomini più maturi oltre che al gentil sesso-
Ad essere sinceri il Master è un duro compito da sostenere al giorno d’oggi e sempre più spesso mi vedo costretto a rifiutare incontri che se nn fossero “bacati” nn ci penserei un attimo ad accettare. Mi riferisco a tutto ciò che nn è BDSM… Oggi sempre più spesso mi si propone gente che pretende ospitalità, gelosia, esagerazioni sia fisiche che mentali… un esempio: a Novembre 2015 ho incontrato una 39enne bresciana molto disponibile allo Spanking, al Bondage e allo Strapon… (cose che amo moltissimo), dopo quasi tre ore di “Gioco” ha preteso sesso completo da me. Io non volendo offenderla le dissi gentilmente ed al di fuori del mio ruolo di Master che non faccio mai sex completo con nessuna mia Alunna, nessun Sub nel corso dei miei lunghi anni ha mai fatto sesso completo con me. Non vi dico il putiferio che ne nacque!!! Offeso pesantemente dandomi del “frocetto” eccentrico, della mezza sega, crisi isterica dicendo che nn le piacevo e altre cazzate simili. Siccome sono una persona molto calma le rispiegai che nn si trattava di nulla di quello che lei asseriva, ma semplicemente una delle mie Regole di Master era quella di non fare sesso completo con nessuna/o. Vi lascio immaginare il finale di serata, da me concluso con lei che mi mandava al diavolo ecc…
Con questo nn voglio dire che siano tt così i Sub, anzi, ho giocato molte volte trovandomi benissimo con chiunque.
I maschietti devo dirlo, danno meno problemi!!! Anzi ultimamente ho “giocato” volentieri con molti di voi Alunni… In particolare un ragazzo 24enne che mi ha colpito non solo per il bellissimo fisico glabro e giovane, ma anche per il suo spirito e personalità!
Io colgo nel mondo del BDSM tt quello che mi ispira fantasia e passione. Nel mio campo sono forse uno degli Highlander dello Spanking, della Punizione Corporale vecchio stile. (Bellissima la vignetta con Old Boy legato con il membro alla scrivania), e ne sono fiero… come sono fiero di tanti Alunni maschietti che rispetto alle “pretenziose” Alunne, si offrono prima con la “mente” poi con il corpo, dando una giusta piega alla così amata ” Corporal Punishment Session”-
Saluto tutti con affetto. !!!
P.S. mi piacerebbe anche a me scrivere qualche articolo su Gabbia.com!!!
Master Umby,
non vedo come tu possa criticare altri che usano i commenti per fare annunci, mentre tu li usi per parlarci delle esperienze tue, del tutto slegate dai contenuti del mio articolo.
Se vuoi scrivere articoli su Gabbia, rivolgiti a chi gestisce il sito (che non sono io). A me, a dire il vero, è stato proposto di farlo, nel senso che non è stata un’iniziativa partita da me.
Buona fortuna,
ES
Educatore Severo,
Forse sono stato frainteso… 1) se lascio un commento dicendo ai miei interlocutori di blog cosa faccio come e quando.. è come mettere un annuncio al posto di un commento.. tutto qui- 2) Le mie esperienze nn sono un annuncio ma una testimonianza… e quest’ultima in effetti NON era direttamente correlata al tuo interessante articolo, vero… ma voleva essere solo un esempio-
3) Se desiderassi scrivere su GAbbia.com qualche articolo so benissimo che dovrei rivolgermi alla Direzione o alla Redazione di Gabbia. Il mio era solo uno spensierato desiderio, nulla di più-
Sono d’accordissimo con te per quanto riguarda il gioco del nascondino… in effetti molti partono convinti e decisi a vivere un’esperienza BDSM…. poi svaniscono come neve al Sole…
Ciao a tutti!!! Master Umby
Oggi sono in ferie per cui sono ispirato: una delle scene piu belle viste al cinema e non su qualche cd sulla Punizione corporale l’ho vissuta nel 1989 anno in cui uscì nelle sale “L’attimo fuggente”… la scena incredibile della punizione subita dall’alunno nell’ufficio del Rettore della scuola è a mio avviso una impressonante sequenza di attimi. Di stimoli. Di perfezione!!! Che ne dite? Saluti a tutti. Master Umby
Il tema delle punizioni corporali “vere” rispetto a quelle ricreate su iniziativa e volontà del corrigendo è molto delicato. Sono ben consapevole che la DD o la disciplina scolastica riempiono i siti dell’industria bdsm, con video e foto anche molto intriganti, ma si tratta di ricostruzioni a uso e consumo degli utenti.
Quando invece in un film si mostrano situazioni reali/realistiche, la mia opposizione è netta. Manca infatti il fondamentale concetto di CONSENSUALITA’.
In altre parole, è senz’altro eccitante vedere la bella studentessa trascinata nell’ufficio del preside e bacchettata sul nudo, ma nella vita reale lo ritengo inaccettabile: nessuno dev’essere picchiato o umiliato contro la propria volontà.
Quindi è vero che – almeno per me – c’è un trade-off tra gli stimoli istintivi e la percezione di ciò che è eticamente giusto. Nella mia esperienza di vita ho volutamente rinunciato a relazioni che avrebbero comportato il plagio dell’altra persona, “abituata” a essere punita non perché lo volesse ma perché era l’unica forma di educazione che avesse mai ricevuto (dai genitori o dai partner precedenti).
Quando scrivo che i miei allievi “sanno per primi di meritarsele”, aggiungo sempre che sono essi a contattare me, e non io ad approfittarmi di loro. Io assecondo il loro giudizio, non mi permetterei mai di imporre il mio.
Carissimo ES,
sono assolutamente d’accordo su quel che affermi, anzi tutti i Masters dovrebbero stare molto attenti a non ledere “davvero” la sensibilità, la persona e il libero arbitrio dei Corrigiandi. Di fatto nessuno gioca con me se non è del tutto cosciente di ciò che sta facendo e perché! Detto ciò, ammesso sia vero che la Disciplina Scolastica riempia i siti del BDSM, (a me sembra tutt’altro invece!), non vedo cosa ci sia di male! Sicuramente molti desiderano questa Disciplina, per cui viene spesso introdotta in siti e Blogger specializzati.
Il mio commento sulla scena della sculacciata nel film “L’attimo fuggente” voleva essere un tributo a come per mio pensiero personale dovesse essere eseguita una Punishment Session… Nulla di più! Sicuramente lo spettatore che in quell’istante guarda la scena è cosciente, (a meno che nn si tratti di un bimbo di 2 anni), che si tratta di un film, è pura e semplice finzione e che quindi il ragazzo non è per davvero umiliato come nella realtà.
Questo nn significa che appoggio l’assurda pratica (quella vera), della punizione corporale che fino a pochi anni fa era di norma anche in Occidente nelle scuole ed in famiglia…
Sei d’accordo? Un saluto. M umby
Master Umby,
essendo che hai ripetuto quello che ho detto io, siamo d’accordo per forza.
Quanto al fatto che la DD e la disciplina scolastica siano poco presenti su internet… beh, solo per citare a caso: GBS, Spanked At Home, Spanked Coeds, Real Spankings e Real Spankings Intitute, Bad Tushy, Triple A, Dreams of Spanking, English Spankers, Firm Hand Spanking, Institute of Discipline, Northern Spankings… Devo continuare?
ES, essendo io appassionato della Disciplina Corporale, non posso ke essere contento dal mio punto di vista. Debbo dire ke alcuni siti sono piuttosto noiosi in cui vengono propinate le medisime cose di sempre. Per questo sono assiduo frequentatore di Gabbia e leggo con interesse runnovato tutti gli articoli in esso contenuti. Al Nautilus fino a pochi anni fa c’erano svariate serate a tema “Spanking” in cui ho avuto occasione ed onore conoscere i migiori Master…ora le serate sono di molto diminuite ed è per questo che è un po che non ci vado. Spero che alla prima occasione in cui ci sarà Serata Spanking di ripresentarsi con mio Alunno Marco. Guarderò calendario del Nautilus.
Buona sculacciata a tutti!!
Colgo lo spunto di questi scambi di idee per sottolineare come l’industria sm si sia molto modificata nel corso degli anni e secondo me non sempre per il meglio.
Quando cominciai a comprare riviste sm, nella seconda metà degli anni ’70, notai due cose: a) spesso all’atto della sculacciata impartita non corrispondeva alcun arrossamento delle natiche, segno evidente che si trattava di pose fotografiche pure e semplici; b) era quasi impossibile vedere – come spankee o “schiave” – modelle di colore. Per contro, soprattutto nelle riviste inglesi, veniva dato estremo risalto alle fasi di attesa e cornertime ex ante ed ex post, con primi piani dei volti angosciati delle corrigende, che in questo si dimostravano quasi tutte delle ottime attrici.
Oggigiorno si bada molto a mostrare chiappe ben rosse, sovente gonfie, a volte persino sanguinolente. D’altra parte, sempre a mio avviso, s’è spesso persa la cosiddetta “atmosfera”. Sotto questo aspetto sono d’accordo con Master Umby, quando dice che vengono proposte “le stesse cose di sempre”.
Quel che personalmente mi sforzo di fare, nelle mie sessioni, è proprio ricreare quell’atmosfera perduta che, richiedendo ansia e vergogna nel corrigendo, non può prescindere da una successiva battitura dolorosa e severa (se il corrigendo non teme davvero la sferza, di che stiamo parlando?).
Credo che il successo della mia attività e dei miei articoli dipenda in larga parte dall’attenzione che pongo nella “ricostruzione del contesto”, che mi differenzia sensibilmente da un generico master.
Sono d’accordo con ES. Negli ultimi anni ma sopratutto in questi ultimi 10, i video vari sulla Discplina Corporale sono piu inquadrati solo sulla “bettitura” dei corrigendi. Solo sulla Punizione vera e propria…
L’atmosfera pruma di tutto il resto si evita come un tabù. Come se quasi non ci fosse tempo e pazienza per ricreare veramente gli stati d’animo del Master e degli Alunni per arrivare alla “battitura” vera e propria, la quale per me deve sempre essere l’ultimo tassello di una ben piu ampia seduta Punitiva. Per questo, ad esempio, le mie sessioni durano almeno 1h e mezza 2… la marachella, la correzione vocale umiliante, la spavalderia del Corrigendo, la conseguente sgridata ed altre azioni umilianti tipo mettere il Corrigendo in ginocchio su una sedia con mutandine abbassate… poi… in fondo a tutto questo la vera e propria sculacciata… soft o cruenta dipende ma li si arriva giá mentalmente pronti… per assoporare al meglio tutte le sensazioni. Auguro a tutti un simile incontro. Una simile esperienza. M. Umby