Il Giappone e il Bondage

Per gli amanti del bondage al 31 gennaio di quest’anno si apre un grave dilemma stante la non ubiquità delle persone. Essere a Milano per la festa dell’ULTIMO LUNEDI’ (dove il bondage non manca mai) oppure essere il 29 e 30 a Tokio.
A parte gli scherzi cosa c’è di così importante a Tokio in quei giorni?
C’è una Convention di

shibari. Nome della Convention: Tobaku.
Potrebbe sembrare cosa da poco, ma non lo è stante il fatto che è la prima iniziativa del genere in Giappone.
Il Giappone, patria indiscussa dello shibari, non ha mai trovato il coraggio di lanciare una iniziativa
di una vera Convention internazionale di Bondage limitandosi finora ad iniziative di show a base di performance. Perlopiù a Sapporo, a Osaka, e nel 2007 a Tokio all’interno di un Fetish Ball.
Il Giappone arriva dopo tante altre nazioni dove si sono già svolte varie Convention di Bondage, ossia un evento dove i grandi Maestri si esibiscono, dove ci sono dibattiti, dove c’è normalmente anche un mercato di attrezzi, oggetti, corde, libri, DVD ed infine dove ci sono spazi affinchè chi si sente di non sfigurare di fronte ai Grandi, prova a legare il suo partner.
Vicino a noi la più famosa è quella di Monaco che si svolge verso gli inizi di maggio di ogni anno. Londra non è da meno.
Si sa che il Giappone è un Paese dalle mille contraddizioni e fra le tante anche questa. Le tradizioni del bondage sono radicate nella cultura giapponese da tanti secoli. Una progressiva maturazione che ha sempre privilegiato le corde come elemento di molte discipline della vita sociale dei giapponesi.
Chi l’avrebbe detto che proprio lì non si è mai celebrato il rito magico che è proprio di un evento dove la passione di chi partecipa a vario titolo, emerge tangibile.
Ad organizzare la Convention c’è Hajime Kinoko, celebre (per chi si occupa di bondage) e variegato artista delle corde e di altri mezzi costrittivi. Con lui anche la musica entra prepotentemente dentro le sue performance che spesso lo vedono in Europa, Australia, Usa. Uomo anche di insegnamento con vari seminari, alcuni anche di 1 settimana.
In Giappone lo shibari non ha come fine quello di rendere più belle le modelle o di sublimarle in un artistico gioco di corde. Si tratta al contrario di costringere la donna ad adottare delle pose oscene e umilianti. Si tratta di farle perdere la testa, turbare il suo senso dell’equilibrio, rovesciarla finchè ella non mostra il suo vero volto.
Infatti è solo quando lascia cadere la maschera che una donna si mostra a nudo, soprattutto in quei Paesi che danno agli occhi lo stesso valore che viene dato da noi al sesso. Occhi che fanno l’amore. Occhi rovesciati all’indietro che esprimo l’equivalente di un orgasmo.
Bellezza dello shibari, arte che penetra nel profondo di chi è legato non meno di chi lega. Corde fisiche che avvolgono uno e corde invisibili che avvolgono entrambi.

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